Il Lavoratore

Il Lavoratore

Il giornale «Il Lavoratore» uscì per la prima volta il 20 febbraio del 1895, come portavoce ufficiale della Lega sociale-democratica, primo nucleo del Partito socialista triestino. Inizialmente bimensile, divenne settimanale nel 1897 e quotidiano dal 1° maggio 1898, assumendo sotto la guida di Antonio Gerin, Lajos Domokos e Giuseppina Martinuzzi i caratteri dei moderni organi di informazione politica. Nel panorama del socialismo italiano in Austria, il «Lavoratore» si distinse per l’alto livello dei contributi pubblicati, proponendo articoli firmati dai principali rappresentanti del socialismo austriaco e italiano. Al passaggio del secolo, il giornale aveva una tiratura di poco inferiore alle 2000 copie. Il 1902, con i fatti seguiti allo sciopero dei fuochisti del Lloyd austriaco e l’ascesa di Pittoni a capo indiscusso del socialismo triestino, rappresentò un momento di passaggio importante anche per  «Il Lavoratore», che visse una nuova fase di rilancio, in particolare sotto la direzione di Angelo Vivante (1907-1909). Tornato per un periodo a uscire nuovamente con cadenza settimanale, il giornale di via delle Zudecche ridivenne quotidiano a partire dal 31 agosto 1914 e la sua direzione fu assunta da Valentino Pittoni.

Dopo l’inizio della guerra e la divergenza tra i socialisti triestini e la socialdemocrazia viennese sull’appoggio all’intervento, Pittoni si impegnò per ricomporre l’unità del socialismo internazionale, dedicandosi in particolare a scongiurare l’ingresso dell’Italia nel conflitto. L’intervento bellico italiano rappresentò perciò un duro colpo e fece esplodere la rabbia di una parte della popolazione triestina, che vide allontanarsi ancor più la conclusione della guerra. Ne fecero le spese le realtà più legate ai liberal-nazionali e all’irredentismo, fortemente colpite anche dalle restrizioni del governo. In questo modo il movimento socialista rimase durante la guerra una delle principali presenze organizzate della città e lo stesso «Lavoratore», che accolse un buon numero dei dipendenti de «Il Piccolo» e iniziò a pubblicare anche un’edizione serale, si affermò come il primo giornale delle province adriatiche, con una tiratura di 70.000 copie giornaliere. Dopo la scissione di Livorno il giornale passò nelle mani dei comunisti, con un’azione di forza a danno dei socialisti; la sede fu poi incendiata e distrutta dai fascisti.

  • Bibliografia
    S. Ranchi, M. Rossi, Il Lavoratore in cinquant’anni di lotte e di storia operaia in AA.VV., «Il Lavoratore». Ricerche e testimonianze su novant’anni di lotte e di storia di un giornale, Dedolibri, Trieste 1986.
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  • Crediti immagine
    Biblioteca Irsml FVG, Trieste.
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