«Idea Italiana» è un settimanale che si stampava a Rovigno presso la tipografia Antonio Coana, attiva nella località istriana dal 1859, cioè dal trasferimento dei fratelli Antonio e Gaspare da Venezia. Era l’organo del partito liberalnazionale italiano istriano, iniziò le pubblicazioni il 3 ottobre 1896 e fu sottoposto a numerosi sequestri da parte della polizia asburgica. Il luogo di edizione era Rovigno, dal 1904 l’indicazione era Parenzo-Rovigno, e dal marzo 1913 nuovamente solo Rovigno. Questo foglio fu impostato dopo l’effimera esperienza di due giornali, «Il Risveglio» (aprile-agosto 1894) e «L’Alba» (agosto 1895-gennaio 1896), di tendenza liberalnazionale e antigovernativa, specialmente il secondo. La nuova testata, di Giuseppe Bartoli, annoverava tra i collaboratori: Matteo Campitelli, Matteo Bartoli, Raimondo Dessanti ed altri, che provenivano dalle fila liberali e in molti casi erano impegnati politicamente. La linea del giornale era critica nei confronti di Vienna ed era avversa al programma politico clericale e slavo, mentre con l’affermarsi del partito del proletariato fu particolarmente critico nei confronti del socialismo; perciò sulle sue colonne condusse non poche accese battaglie. Il suo obiettivo principale era: «sorgere in nome dell’idea italiana, a ingagliardire e a ritemprare la coscienza nazionale dei nostri che gli uni e gli altri cercano di violentare o di reprimere o di assopire», nonché di creare un blocco politico senza distinzioni; «non dobbiamo più essere triestini o istriani o friulani o dalmati o trentini, dobbiamo essere italiani e nient’altro. Ciò che ha fatto la “Lega Nazionale” in campo scolastico, deve esser fatto nel campo politico». Il foglio si soffermava sulla cronaca istriana e rovignese in particolare, ma riservava l’attenzione anche alle corrispondenze dal Goriziano e dalla Dalmazia. L’ultimo numero uscì il 9 agosto 1914.
Idea italiana
