Giuseppina Martinuzzi (Albona, 14 febbaio 1844 – ivi, 25 novembre 1925), insegnante, politica e poetessa. Terminati gli studi privati, nel 1873 iniziò a lavorare come supplente nelle scuole della città natale e successivamente come maestra provvisoria a Gallesano. Nel 1875 ottenne il diploma che l’abilitava all’insegnamento nelle scuole popolari; si spostò a nord e trovò impiego dapprima a Muggia dopodiché, nel 1877, a Trieste dove rimase sino al pensionamento. Lavorò nella scuola della Fondazione Morpurgo presso l’Arsenale del Lloyd, nella scuola popolare di via Lazzaretto vecchio (1881), nella scuola di Barriera vecchia (1889) e in quella di Cittavecchia (1895). Fu una donna molto attiva; nel 1881 pubblicò la sua prima opera pedagogica, il Manuale mnemonico (accresciuto nel 1895), che raccoglieva in una serie di tavole sinottiche le nozioni principali della Divina Commedia, della geografia, della geometria, della didattica, delle scienze naturali ecc. Nel 1888 fondò la rivista letteraria «Pro Patria», che diresse per undici numeri; seguì nel 1889 la nascita «Pro Patria nostra» di cui uscirono dodici numeri. Dalla fase irredentista Giuseppina Martinuzzi passò al socialismo e quindi al comunismo. Si batté affinché le genti potessero esprimere liberamente la propria nazionalità, sostenne la causa nazionale italiana ma senza sfociare nel nazionalismo. Nel 1896 ebbe inizio il suo coinvolgimento come militante del movimento operaio, compose l’inno della Società operaia albonese di mutuo soccorso, sempre in quello stesso anno dette alle stampe la prima raccolta di poesie Semprevivi; nel 1907, invece, pubblicò il poema Ingiustizia. Come saggista pubblicò vari opuscoli: Il lavoro dei fanciulli nelle fabbriche e nelle miniere (1899), Patria e socialismo (1899), opera che dedicò a Edmondo De Amicis, Fra gli irredenti (1899), La lotta nazionale in Istria considerata quale ostacolo al socialismo (1900), Fra italiani e slavi (1914); si tratta di testi che difendono gli umili e condannano le ingiustizie, la miseria, le discrepanze esistenti tra gli strati sociali. Nel 1914 parlò ai giovani socialisti di Capodistria sulla necessità di una fratellanza italo-slava nell’Istria. A livello politico, nel 1904 fu eletta nella giunta municipale permanente di Trieste, mentre dal 1905 il suo impegno fu sempre più dedicato al partito socialista; fu proprio lei a fondare e a dirigere, sino al 1919, il Circolo femminile socialista di Trieste e fu pure l’anima del Circolo giovanile socialista, dove proponeva numerose conferenze. Nel 1921 aderì al partito comunista e divenne segretaria politica della sezione femminile comunista del capoluogo giuliano, carica che ricoperse sino al 1922. Nel luglio del 1925, pochi mesi prima della scomparsa, si ritirò nella natia Albona.