Ellenbogen Wilhelm

Ellenbogen Wilhelm

Figlio di un insegnante, Wilhelm Ellenbogen nacque a Lundenburg (Břeclav) in Moravia nel 1863. Ben presto la famiglia si trasferì a Vienna, dove Ellenbogen si laureò (1887) e iniziò a esercitare la professione medica nell’ospedale cittadino. Negli stessi anni (1888) aderì al Partito socialdemocratico e ne divenne un importante dirigente: nel 1892 entrò a far parte della direzione del partito, fu eletto deputato nel 1901 e più volte fu relatore ai congressi dell’Internazionale. Nell’ambito della socialdemocrazia austriaca Ellenbogen, che conosceva l’italiano, fu la figura più attenta alle vicende italiane, collaborando come corrispondente viennese dell’«Avanti!» e soprattutto svolgendo la funzione di raccordo tra la componente di lingua tedesca e quella di lingua italiana del partito socialdemocratico austriaco.
Quando la decisione dei vertici del partito di appoggiare nell’estate del 1914 la scelta bellica del governo austriaco creò una spaccatura con i socialisti italiani del Litorale, fu quindi piuttosto scontata la scelta di Victor Adler di affidare a Ellenbogen l’incarico di recarsi a Trieste per tentare di normalizzare la situazione. Sulla vicenda scrisse in seguito lo stesso Ellenbogen: «I compagni triestini ci ricevettero freddamente. Essi appartenevano a quella parte della socialdemocrazia che era fanaticamente contraria alla guerra. Erano cresciuti nella tradizione antibellicista. Da decenni avevano combattuto coraggiosamente e validamente l’irredentismo italiano, e in cambio ne erano stati qualificati come austriacanti. Dalle loro file era uscito un libro straordinariamente efficace contro questo ipernazionalismo che evocava i pericoli di guerra (Angelo Vivante, Irredentismo adriatico, Firenze, 1912). In questo libro, che allora io chiamai “un libro di pace”, si dimostrava con estremo acume che un eventuale adempimento delle aspirazioni irredentistiche, cioè l’annessione di Trieste e del litorale istriano all’Italia, avrebbe significato il pericolo dell’annientamento economico di Trieste; profezia che nel frattempo, com’è noto, si è pienamente avverata. Ma, sebbene un’infelice conclusione della guerra dovesse comportare, come conseguenza, proprio questo pericolo, cioè la cessione di Trieste all’Italia, i compagni triestini erano contrari all’idea della guerra per ragioni di principio».
Era negli auspici del partito austriaco che la missione di Ellenbogen dell’agosto del 1914 proseguisse con un incontro con i rappresentanti del PSI, nella prospettiva di un riavvicinamento dei rapporti tra i due partiti socialisti, ma anche per promuovere il mantenimento della politica di non intervento da parte dell’Italia. Tuttavia, la richiesta di un incontro fu rifiutata dai dirigenti del PSI, sulla base della ferma condanna da parte del partito italiano della scelta dei socialisti tedeschi e austriaci di appoggiare lo sforzo bellico dei propri Paesi.
Solo dalla fine del 1916 iniziò ad affermarsi all’interno della socialdemocrazia austriaca una posizione sempre più ostile alla guerra, di cui si fece portavoce la sinistra del partito guidata da Otto Bauer. Nel dopoguerra, Ellenbogen continuò il suo impegno nella vita politica, con ruoli di rilievo sia nelle istituzioni che nel partito. Si dimostrò inoltre tra i più attenti e preoccupati osservatori in ambito austriaco dell’affermazione del fascismo italiano, di cui temeva e denunciava le ripercussioni anche sul piano internazionale. Di origini ebraiche, nel 1938 dovette abbandonare l’Austria e si trasferì negli Stati Uniti.

A.G.

  • Bibliografia
    W. Ellenbogen, Meine letzte Begegnung mit Mussolini, in «Studi Storici», a. 2, n. 1 (gennaio-marzo 1961), pp. 105-110 (trad. it. alle pp. 110-115); E. Ragionieri, L. Valiani, Socialdemocrazia austriaca e socialisti italiani nell'agosto del 1914, in «Studi Storici», a. 2, n. 1 (gennaio-marzo 1961), pp. 100-104; M. Rossi, Agosto 1914: i socialisti triestini contro la guerra, in L’irredentismo armato. Gli irredentismi europei davanti alla guerra, a c. di F. Todero, Irsml FVG, Trieste 2015, pp. 287-302.
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