Litorale austriaco

Litorale austriaco

In qualità di regione multietnica di un Impero plurinazionale come l’Austria-Ungheria, il Litorale Austriaco aveva tanti nomi quante le lingue che vi si parlavano. Oltre al suo nome in italiano, le sue denominazioni ufficiali erano Österreichisches Küstenland in tedesco, Avstrijsko primorje in sloveno e Austrijsko primorje in croato. Il Litorale era a sua volta suddiviso in tre autonome ripartizioni: il territorio imperiale della città immediata di Trieste, il Margraviato d’Istria (capoluogo Pola), e la Contea di Gorizia e Gradisca (capoluogo Gorizia). Il Küstenland fu costituito nel 1849 dalla soppressione del Regno d’Illiria, i cui territori furono ripartiti e riorganizzati in modo da rispondere meglio alle esigenze dalla Monarchia asburgica; essa  aveva ereditato alla fine dell’occupazione napoleonica, nel 1813, quel regno e la sua struttura amministrativa. La capitale del Litorale fu Trieste, maggiore porto dell’Impero di Vienna, ed esistette fino alla fine della Prima guerra mondiale quando fu quasi del tutto assorbito dal Regno d’Italia.

La regione confinava a nord con la Carinzia, a est con la Carniola, a ovest con il Regno d’Italia mentre a sud era bagnata dal mare Adriatico. Nel censimento del 1910, l’ultimo prima del conflitto, la superficie del territorio era stimata in 7970 km², mentre la popolazione complessiva sfiorava il milione di abitanti. Di questi, il 43% dichiarava  come propria lingua d’uso l’italiano, il 33% lo sloveno, il 15% il croato e il 3% circa il tedesco. Gli italiani abitavano prevalentemente i centri urbani della regione, a cominciare da Trieste, gli sloveni le aree rurali del porto asburgico, il goriziano e il nord dell’Istria, i croati soprattutto la penisola istriana nelle sue aree interne e lungo la costa orientale. Anche gli austro-tedeschi si erano stabiliti soprattutto nelle città, in quanto impegnati nell’amministrazione civile e militare e nelle attività industriali e commerciali. Bisogna però sottolineare che non esistevano affatto confini netti che delimitassero in aree etnicamente omogenee il territorio, il quale era invece sostanzialmente condiviso dalle varie popolazioni. Specialmente a Trieste esistevano numerose comunità etnico-religiose. Abitavano inoltre la regione poco meno di 70.000 immigrati, dei quali circa 50.000 erano cittadini del Regno d’Italia («regnicoli».

Il governatore della regione fu dal 1904 Konrad Hohenlohe, che fu anche primo ministro dell’Austria per un breve periodo, nel 1906. Egli fu poi sostituito da  Alfred von Fries Skene dal 1915 alla fine della Prima guerra mondiale. La Grande guerra si abbatté pesantemente sul Litorale. I suoi confini orientali si trasformarono dal maggio del 1915 in campi di battaglia, che devastarono profondamente il territorio. Le sue città subirono gravemente la miseria della guerra. Gorizia, per la vicinanza al fronte, subì profonde devastazioni. Pola, essendo la sede della marina austriaca, non subì grossi danni ma la popolazione fu evacuata completamente fino al 1916, così come quella di tutto il sud dell’Istria e quella che risiedeva in tutta la fascia orientale della regione.

I popoli e le terre abbracciate dal Litorale si trovarono ai grandi crocevia della storia del Novecento. Sino alla fine della questione di Trieste, nel 1954, subirono le conseguenze delle principali tensioni della Prima e della Seconda guerra mondiale, e poi dell’inizio della Guerra fredda.

  • Bibliografia
    F. Cecotti, Il tempo dei confini. Atlante storico dell'Adriatico nord-orientale nel contesto europeo e mediterraneo 1748-2008, in collaborazione con D. Umek, Irsml FVG, Trieste 2010.
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  • Crediti immagine
    Cartina di F. Cecotti.
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