Serbia

Serbia

«Nei grandi momenti storici, ‒ ha scritto Miloš Crnjanski, irredentista serbo bosniaco ‒ il destino dà a tutti un ruolo, e non chiede». Come Gavrilo Princip,  Crnjanski era fra coloro che in Bosnia, allora territorio sotto controllo asburgico, volevano la creazione di uno Stato degli slavi del sud, fondato sull’allargamento del Regno di Serbia. La Serbia di allora non abbracciava, infatti, tutti i territori abitati dai serbi che formavano una numerosa minoranza anche in Bosnia. Crnjanski e Princip, come gli irredentisti giuliani, speravano in una pesante sconfitta dell’Austria-Ungheria, ma le autorità di Vienna non scoprirono le tendenze politiche di Crnjanski che venne  arruolato nell’esercito imperiale e combatté fianco a fianco con i triestini in Galizia.

In Serbia, regione al centro dei Balcani bagnata dal Danubio, i popoli slavi giunsero sul finire dell’antichità. Risalgono al Medioevo i primi regni e principati serbi, fra XII e XIV secolo. La fine dell’indipendenza serba coincise con la sconfitta nella battaglia della Piana dei merli (oggi Kosovo Polje) nel 1389. I vincitori furono gli Ottomani, che da allora si espansero progressivamente nei Balcani. La decadenza dell’Impero turco, le ribellioni prodotte dai movimenti nazionali nella regione balcanica e il sostegno della Russia consentirono nel 1815 la costituzione di un principato autonomo in Serbia, con capitale Belgrado; esso si rafforzò nel corso del secolo, ottenendo ufficialmente, nel 1878, l’indipendenza nel congresso di Berlino, insieme ad altre nazioni già sottoposte al dominio di Istanbul. Le due guerre balcaniche, del 1912 e del 1913, condussero a una parziale espansione del Regno di Serbia, che divenne il punto di riferimento dei movimenti nazionali degli slavi del sud. Per questa ragione, dopo l’assassinio di Francesco Ferdinando a Sarajevo da parte di Princip, l’Austria-Ungheria, non ritenendosi soddisfatta della reazione del Governo di Belgrado, mosse guerra alla Serbia, scatenando così la Prima guerra mondiale. Le truppe serbe opposero una ferma resistenza alle forze austro-ungariche. Tuttavia, quello serbo divenne presto un teatro militare di secondaria importanza nel contesto della guerra mondiale. Gli eserciti di Vienna si concentrarono prima di tutto sul fronte russo e, dopo l’ingresso di Roma nel conflitto, su quello italiano. La situazione militare della Serbia si aggravò specialmente con la fine del 1915 e il coinvolgimento della Bulgaria, che intendeva vendicare la sconfitta della Seconda guerra balcanica, e che si era alleata a Germania, Austria-Ungheria e Impero ottomano. Tuttavia, l’intervento delle truppe britanniche, francesi e italiane portò alla sconfitta della Bulgaria già alla fine del 1917, con un anno di anticipo sulla fine della guerra mondiale. La Serbia, vinse quindi il conflitto insieme all’Intesa, ma le vittime della guerra furono quasi un milione, oltre il 20% della popolazione. Si costituì così, dopo i trattati di pace, il Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni che dal 1929 divenne Regno di Jugoslavia –«territorio degli slavi del sud», appunto: «jug» in serbo-croato significa «sud» –. Si realizzava dunque completamente il progetto degli irredentisti serbi. Invasa dalla truppe nazifasciste nel 1941, la Jugoslavia divenne uno stato socialista dopo la Seconda guerra mondiale. Distaccatasi dall’influenza dell’Unione Sovietica nel 1948, lo Stato jugoslavo si disgregò con le guerre balcaniche del 1991-1995. La Serbia è ora uno stato indipendente.

  • Bibliografia
    M. Crnjanski, Itaka i komentari, Prosveta, Belgrado 1959; E. Hösch, Storia dei Balcani, Il Mulino, Bologna 2006.
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  • Crediti immagine
    Cartoline illustrate: Archivio Roberto Todero. Collezione privata visitabile Zenobi. Fotografia: Archivio M. Rossi.
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