Balcani

Balcani

Furono gli irrisolti conflitti dei Balcani a fornire il pretesto per la Grande guerra, che però fu soprattutto voluta dai governi di Berlino e Vienna, assecondati poi dalle altre potenze europee. Non a caso, i combattimenti iniziarono tra Germania, Belgio e Francia già una settimana prima rispetto a quando l’armata austro-ungarica, il 12 di agosto, varcò la Sava e il suo affluente Drina per scagliarsi contro l’esercito serbo.

La penisola balcanica è sempre stata uno dei principali luoghi dell’incontro, ma anche dello scontro, fra Oriente e Occidente: cattolicesimo, ortodossia cristiana, islam ed ebraismo hanno convissuto nella regione per secoli, così come i popoli latini, illirici, slavi, germanici, magiari e turchi. Difficile stabilire con chiarezza tutti i suoi confini, particolarmente dal punto di vista etnico. Molto spesso popolazioni diverse hanno condiviso fianco a fianco un medesimo territorio. Si trovano nei Balcani Grecia, Albania, Serbia, Kosovo, Macedonia, Bulgaria, Bosnia-Erzegovina, e Croazia. La Slovenia, che pure confina con l’area balcanica e ne è stata molto influenzata, non ne fa parte, così come la Romania. Altri paesi, come l’Ungheria, l’Austria, l’Italia, e la Turchia sono ai margini dell’area, ma hanno avuto un ruolo significativo nelle sue vicende. I Balcani sono inoltre  circondati dal mar Adriatico a ovest, dal mar Ionio a sud ovest, dal mar Egeo a sud est e dal mar Nero a est. Assorbita dall’Impero romano, sul finire dell’età antica fu a più riprese conquistata dai barbari. Dal V-VI secolo i popoli slavi iniziarono a insediarsi nell’area, che nella parte orientale restò sotto il controllo dei bizantini. Nel medioevo, serbi e bulgari costituirono alcuni regni e principati indipendenti. Dal Quattrocento al Seicento i turchi si espansero progressivamente nella regione, fino a conquistarla interamente. La loro corsa verso nord fu fermata dall’insuccesso dell’assedio di Vienna, nel 1683. Da allora l’Impero ottomano si ritrasse dai Balcani, a vantaggio innanzitutto della Monarchia asburgica, che si espanse verso Slovenia e Croazia, e della Russia.

Nel corso del XIX secolo, numerosi movimenti nazionali e continue rivolte percorsero la penisola. La Grecia ottenne l’indipendenza nel 1832, con una guerra sostenuta dagli Stati occidentali. Nel frattempo, in Serbia e Bulgaria sorsero dei principati che conquistarono una maggiore autonomia dagli Ottomani. Essi acquisirono ufficialmente l’indipendenza nel 1878, al congresso di Berlino, insieme a Montenegro e Romania, mentre l’Austria-Ungheria costituì un protettorato sulla Bosnia-Erzegovina. Nel 1912 anche l’Albania conseguì l’indipendenza da Istanbul, ma poco dopo scoppiò la Prima guerra balcanica, fra i nuovi Stati indipendenti e l’Impero turco; nel 1913 vi fu poi la Seconda guerra balcanica, fra la Bulgaria e gli altri Stati della regione. Grazie ai due conflitti, la Serbia allargò e rafforzò il proprio potere, accreditandosi come la potenza regionale dell’epoca.

Nel 1914 i Balcani erano quindi reduci da pesanti conflitti, che aveva lasciato un profondo e irrisolto stato di tensione politica. La Prima guerra mondiale portò alla costituzione del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, che nel 1929 divenne il Regno di Jugoslavia («Jug» in serbo-croato significa «sud», Jugoslavia significa quindi «territorio degli slavi del sud»). Nella Seconda guerra mondiale, gli eserciti della Germania nazista e dell’Italia fascista invasero tutti i Balcani, venendone sconfitti. Dopo il conflitto, la penisola balcanica entrò nella sfera di influenza sovietica, ad esclusione della Grecia. Nondimeno dal 1948, la Jugoslavia, pur restando uno Stato comunista, si distaccò dall’alleanza con Mosca. La dissoluzione della Jugoslavia nel 1991 portò alle guerre balcaniche che insanguinarono l’ultimo decennio del Novecento, e alla costituzione di nuovi Stati indipendenti

  • Bibliografia
    E. Hösch, Storia dei Balcani, Il Mulino, Bologna 2006.
  • Categorie
    ,
  • Crediti immagine
    Archivio F. Cecotti.
  • Condividi

Related Items