Le stazioni di Trieste

Le stazioni di Trieste

«La partenza festosa del 97° si compiva così. I soldati dal berretto in fiore, vermigli di vino e di pianto, erano ammassati in fretta nei carrozzoni del treno che doveva depositarli a Leopoli», scriveva Silvio Benco a proposito delle partenze dei mobilitati triestini. Fu alla stazione della Meridionale, oggi Stazione centrale di Trieste, che molti soldati del capoluogo – la partenza avvenne l’11 agosto – videro per l’ultima volta i propri cari, e fu lì che tanti reduci riabbracciarono le proprie famiglie al loro ritorno. Le reclute triestine erano in gran parte inquadrate nel 97° reggimento di fanteria, che raccoglieva i soldati del Litorale. Erano italiani, sloveni e croati, che furono inviati verso Leopoli e poi lungo il fronte con la Russia.

La stazione prendeva il nome dall’omonima linea ferroviaria, che si chiamava Meridionale appunto  perché da Vienna, verso sud, collegava Trieste. In tedesco il suo nome era Südliche Staatseisenbahn. I lavori per costruirla iniziarono presso la capitale austriaca, nel 1842, sotto la direzione di Carlo Ghega. Fu completata nel 1857, insieme alla stazione di Trieste, dopo la realizzazione di numerosi ponti e gallerie lungo le Alpi, che furono alcuni dei più audaci capolavori ingegneristici dell’epoca. Lo scalo ferroviario del capoluogo giuliano inoltre, essendo collegato al porto di Trieste, consentì di triplicare in pochi anni i traffici marittimi. Successivamente, venne costruito un ramo della linea ferroviaria che passava per Lubiana e un altro, sul finire del secolo che, lungo la costa, collegava Trieste a Venezia. Nel 1887, allo scopo di servire al meglio le esigenze ferroviarie del porto nuovo, della nascente zona industriale, e per connettere la città alla tratta che già metteva in comunicazione Vienna all’Istria, Trieste fu dotata di una nuova stazione in zona Campi Elisi, chiamata Sant’Andrea. Essa era raccordata al capolinea della Meridionale con una linea che attraversava le rive di cui sono ancora visibili le tracce. Nel 1906 lo scalo di Sant’Andrea venne leggermente spostato e ingrandito,  per accogliere i convogli della Transalpina, la quale, salendo sul Carso lungo la val Rosandra, giungeva a Opicina e da lì procedeva all’interno dell’Impero. Quest’ultima stazione, dal 1930, prese il nome di Campo Marzio.

  • Bibliografia
    G. Botteri, Una storia europea di liberi commerci e traffici. Il porto franco di Trieste, Editoriale, Trieste 1988.
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  • Crediti immagine
    Archivio Roberto Todero. Collezione privata visitabile Zenobi.
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