Lo stesso giorno in cui il governo di Vienna dichiarò guerra alla Serbia, il 28 luglio del 1914, le autorità di Belgrado fecero saltare tutti i ponti sulla Sava, sulla Drina e sul Danubio, lungo la linea di confine fra i due paesi segnata da quei fiumi. Tuttavia, quando gli eserciti dell’Austra-Ungheria, il 12 agosto 1914, attraversarono la Sava e il suo affluente Drina su pontoni provvisori, i combattimenti della Prima guerra mondiale erano già cominciati da almeno una settimana, nel lontano Belgio. Fu questo uno dei paradossi del primo conflitto mondiale, che metteva in luce quanto lo scontro fra l’Impero austro-ungarico e il Regno di Serbia avesse innescato un conflitto che andava molto al di là delle tensioni balcaniche.
Il 15 agosto del 1914 iniziò, dove il territorio serbo si incuneava fra la Sava e la Drina, la battaglia di Cer, il primo scontro della Grande guerra nell’area balcanica, che terminò 9 giorni dopo con la sconfitta delle forze di Vienna e la loro temporanea ritirata; fra loro, anche qualche triestino e molti altri sudditi di Francesco Giuseppe che erano passati dalle caserme e dalle stazioni di Trieste tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Molte altre volte gli eserciti attraversarono la Sava nella Prima e poi nella Seconda guerra mondiale. Il fiume Sava infatti, scorre nella Slovenia occidentale, non lontano dall’attuale confine con l’Italia e vicino ai laghi di Bled e Bohinj; giunge nei pressi di Lubiana, attraversa Zagabria, e confluisce infine nel Danubio a Belgrado, dopo aver tratteggiato il confine settentrionale della Bosnia Erzegovina. La Sava, quando esisteva la Jugoslavia, era il corso d’acqua più lungo a scorrere interamente nel paese, toccando le sue principali capitali in un percorso di quasi mille chilometri. Il fiume ha inoltre un particolare significato per la cultura nazionale slovena, tanto da ispirare parte dello stemma del paese. Una delle sue due sorgenti, la Savica, è al centro della più importante poesia epica slovena, scritta da France Prešeren nel 1836, Il battesimo nella Savica. I versi dell’autore romantico narrano di una guerra avvenuta nella tarda antichità fra i cristiano-tedeschi e gli sloveni, ancora pagani, ed asserragliati in un castello nei pressi del lago di Bled. In seguito a una sconfitta e costretti alla ritirata, i combattenti sloveni accettarono di essere battezzati alle cascate della Savica, vicino al lago di Bohinj, da un ristretto gruppo di sloveni già convertiti e devoti al patriarcato di Aquileia, di cui ottennero la protezione. France Prešeren, uno dei principali artefici dell’identità slovena, con Il battesimo nella Savica fissò uno dei più importanti capitoli nella costruzione della coscienza nazionale del suo popolo.