Lega Nazionale

Lega Nazionale

«Ed era un poco come in chiesa, che si mette con devozione il soldino nella borsa tintinnante del sagrestano o si compra la candela benedetta o il santino, per dimostrare la propria fede; così noi, coi francobolli, con le cartoline, con le scatole di fiammiferi della Lega. E per questa fede si poteva poi anche morire in una trincea del Carso o sull’Altopiano di Asiago». (G. Stuparich, Trieste nei miei ricordi, Garzanti, Milano 1948)

Nell’ultimo quarto del XIX secolo emersero con forza le culture nazionali dei vari popoli della Monarchia asburgica, favorite dal successo del Risorgimento italiano, dall’unificazione germanica e dall’incapacità della Corona di riformarsi. Nacquero innumerevoli associazioni caratterizzate da un forte orientamento nazionale che, oltre a proporre iniziative culturali e sportive ad ampio raggio, si distinsero per la realizzazione in tutto l’Impero di numerosi istituti scolastici, capaci di garantire l’insegnamento nella lingua madre ai figli dei propri affiliati. Sorsero ad esempio la Deutscher Schulverein per l’ambito tedesco e la Sveti Ciril in Metod, attiva fra i popoli slavi.

Nel 1885, con il sostegno economico del Regno d’Italia e il supporto dei locali circoli irredentisti nacque la società Pro Patria, che si diffuse rapidamente in Trentino, in Venezia Giulia e in Dalmazia, e che infine nel 1891 si trasformò nella Lega Nazionale, radicandosi in tutti i principali centri urbani. Alla Lega facevano capo svariate attività culturali: non solo scuole e ricreatori, ma anche un’intensa attività pubblicistica, l’organizzazione di commemorazioni, gruppi corali, gite, spettacoli teatrali e musicali. La Lega Nazionale divenne presto il catalizzatore della cultura italiana nel Litorale e la principale organizzazione legale del movimento irredentista. Per questo motivo, quando l’Italia entrò nella Prima guerra mondiale, la folla che il 23 maggio 1915, e nei giorni seguenti, vandalizzò e saccheggiò i luoghi e i simboli della cultura italiana a Trieste, sfogò la propria violenza, oltre che sulla sede de «Il Piccolo» e della Società ginnastica triestina anche su quella della Lega Nazionale. Ripresa l’attività dopo la fine del conflitto, durante il fascismo cessò nuovamente di esistere: l’edificazione dello stato totalitario imponeva il monopolio sull’educazione dei giovani e sul discorso nazionale. La Lega Nazionale fu poi rifondata dopo la Seconda guerra mondiale, per promuovere la cultura italiana in un’epoca in cui la Venezia Giulia era contesa fra Italia e Jugoslavia, ed esiste ancora oggi.

  • Bibliografia
    R. Spazzali, Contributi di ricerca per una storia della Lega nazionale. 1946, la ricostituzione, Triestepress, Trieste 1987; D. Redivo, Le trincee della Nazione: cultura e politica della Lega Nazionale (1891-2004), Edizioni degli Ignoranti Saggi, Trieste 2005. .
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  • Crediti immagine
    Cartolina fotografica: Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte, Trieste; cartolina illustrata: Archivio R. Spazzali.
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