Venezian Giacomo

Venezian Giacomo

Venezian Giacomo (Trieste, 7 dicembre 1861-Castelnuovo del Carso, 20 novembre 1915), patriota e professore universitario.
Proveniente da una famiglia di patrioti, cugino di Felice Venezian, per lungo tempo vicepresidente del Consiglio municipale di Trieste e presidente della Ginnastica Triestina, fin da giovane fu attivo politicamente assieme a suo cugino Vittorio e a Salvatore Barzilai. Terminò il ginnasio nel 1878, collaborò al foglio studentesco «Il martello» che si pubblicava clandestinamente e si proponeva di coinvolgere gli operai invitandoli a sostenere la causa italiana assieme agli studenti. Venezian fu tra i fondatori di una società segreta politica il cui fine era il distacco della città e della regione dall’Impero d’Austria-Ungheria. Fu arrestato e incarcerato preventivamente, prima a Trieste e in seguito a Graz (1878). Fu accusato di «alto tradimento, di perturbazione della pubblica quiete e di lesa maestà», rischiò vent’anni di prigione, ma fu assolto per un solo voto di maggioranza. Riparò nel Regno d’Italia e s’iscrisse all’Università di Bologna (considerata la patita prigionia, ottenne di compiere in tre anni anziché in quattro gli studi). In quegli anni assieme ad altri amici contribuì alla pubblicazione di un giornale battagliero, «L’Eco del Popolo», che arrivava anche a Trieste, sebbene con non poche difficoltà. Fu anche presidente dell’Associazione monarchica da lui fondata. Si laureò in giurisprudenza, con lode, nel novembre del 1882. Nel biennio 1882-1883 assieme a Riccardo Fabris e Raimondo Battera fondò il Circolo Garibaldi per favorire la propaganda irredentista. Nel 1885 pubblicò l’opuscolo Le speranze d’Italia incentrato sulle aspirazioni italiane e sul diritto d’Italia sull’Adriatico. Nel 1893-1894 collaborò al giornale «La nazione italiana», la cui linea era fortemente nazionalista.
Nel marzo del 1881 acquisì la cittadinanza italiana, due anni dopo ottenne la libera docenza per titoli. Iniziò la carriera universitaria: a Camerino insegnò Diritto romano (1885-1887) e Storia del diritto romano (1886-1887), passò all’Università di Macerata ove insegnò come incaricato Istituzioni di diritto civile ed ebbe incarichi di Diritto civile e Diritto romano (1887-1895). Vinse la cattedra all’Università di Messina, fu professore ordinario di Diritto civile (1895-1900). Nel 1900 vinse il concorso per l’ateneo di Bologna, fu docente di Diritto civile al quale unì l’incarico di Principii di diritto privato alla Scuola superiore di Agraria.

Allo scoppio del primo conflitto mondiale fu un acceso sostenitore interventista. Aderì a tutti i comizi nazionalisti promossi a Bologna tra l’ottobre del 1914 e il maggio del 1915, e partecipò anche a non poche adunanze a Roma. Nel 1915 fu richiamato sotto le armi (nel 1901, nonostante i limiti d’età per l’obbligo al servizio militare, volle rimanere in servizio come ufficiale di complemento addetto al Comando di tappa e fu promosso a capitano), prestò servizio come ufficiale della milizia territoriale, prima a Villafranca e in seguito a Palmanova. Nel settembre dello stesso anno, a seguito di una sua richiesta d’essere addetto al servizio attivo ottenne la promozione a maggiore. Finì sul teatro delle operazioni militari e fu ufficiale del 121° reggimento di fanteria (brg. Macerata), con il quale ai primi di giugno del 1915 si era avviato in direzione del fronte. Il 16 novembre fu ferito a una spalla, ma Venezian celò il fatto per non essere trasferito nelle retrovie. Cadde la mattina del 20 novembre 1915 a Castelnuovo del Carso. La salma fu deposta in una bara e trasportata nel cimitero di San Pietro d’Isonzo. Il 28 novembre 1915 il duca d’Aosta Emanuele Filiberto gli conferì la medaglia d’argento al valore militare. Venuto a conoscenza di ulteriori particolari sulla morte di Venezian, il medesimo chiese al re di onorarlo con la medaglia d’oro al valore militare.

K.K.

  • Bibliografia
    Giacomo Venezian nel primo anniversario della morte. Lettere – commemorazioni – discorsi, Bologna 1916.
  • Crediti immagime
    da Giacomo Venezian nel primo anniversario della morte. Lettere – commemorazioni – discorsi, Bologna 1916
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