Vjekoslav Spinčić (Spinčići [Castua], 23 ottobre 1848 – Sušak, 27 maggio 1933), sacerdote, insegnante, politico e uomo di cultura. Compì gli studi di teologia a Gorizia e a Trieste; nel 1872 fu ordinato sacerdote. Continuò la sua formazione a Praga e a Vienna, seguendo i corsi di storia e geografia. Fu docente a Capodistria (1876-1882), successivamente fu ispettore scolastico nel distretto di Capodistria e di Volosca (1882-1888), quindi presso l’istituto magistrale di Gorizia. Nel 1892 fu licenziato a seguito delle sue dichiarazioni rilasciate l’anno prima nel discorso pronunciato all’Esposizione di Zagabria circa l’appartenenza dell’Istria alla Croazia e, in quanto terra croata staccata dalla madrepatria, l’unione alla Croazia banale. Tra il 1882 e il 1915 fu deputato alla Dieta provinciale dell’Istria e presidente della rappresentanza slovena e croata. Dal 1891 sino al crollo dell’Austria-Ungheria fu anche deputato al Consiglio dell’Impero. Esponente del partito del diritto croato, lottò per la parificazione dei diritti nazionali della componente slava, ma rispetto al collega Matko Laginja, più realista e disposto al dialogo con la controparte italiana, seguiva una linea decisamente più intransigente. Parimenti si batteva per l’inclusione dell’Istria entro la Croazia. Attivo anche sul piano culturale, fu presidente della Società dei santi Cirillo e Metodio per l’Istria (Društvo sv. Ćirila i Metoda za Istru). Fu anche autore di numerosi contributi ed opuscoli e il suo primo articolo apparve nella strenna «Istran» nel 1870. I contenuti variano: dalle polemiche politico-nazionali a quelle religiose, da quelle culturali a quelle storiche; nel 1924 curò la parte relativa al risorgimento nazionale croato per il volume di Dane Gruber sulla storia dell’Istria (Povijest Istre) e nel 1926 una pubblicazione dedicata alla cultura letteraria croata dell’Istria (Crtice iz hrvatske književne kulture Istre). Nel corso del primo conflitto, dal 1915, si spostò a Zagabria dove fu ospitato dal vescovo e metropolita Antun Bauer e vi rimase anche nel primo dopoguerra. A Belgrado, invece, fu membro dell’Assemblea nazionale provvisoria del Regno dei serbi, croati e sloveni (1919-1920).