Trincee. Confidenze di un fante

Trincee. Confidenze di un fante

È nel novembre del 1915 che Carlo Salsa, ufficiale di complemento del 67° rgt. della brigata Palermo, raggiunge il fronte carsico, nel settore del San Michele. L’unità successivamente si sarebbe portata nella zona di Tolmino, dove avrebbe partecipato ad attacchi alle posizioni di Santa Maria e successivamente al Mrzli. Di tali fatti ci parla il volume Trincee. Confidenze di un fante, opera di Carlo Salsa, allora ventiduenne, essendo nato ad Alessandria nel 1897. Si tratta di una delle testimonianze più crude della Grande guerra degli italiani, al punto che il libro, pubblicato da Sonzogno nel 1924, fu sequestrato dalla censura fascista. Nelle sue pagine non vi trovano infatti alcuno spazio né la retorica, né alcuna forma di esaltazione del conflitto. Semmai, ciò che lo connota è un crudo realismo, velato a tratti dall’ironia e caratterizzato da un linguaggio secco e da una prosa particolarmente attenta a una descrizione minuta del terribile paesaggio di guerra, con le sue rovine e con i suoi numerosi corpi abbandonati a marcire nelle trincee e nella terra di nessuno. Le trincee diventano così il simbolo di quel conflitto e degli orrori che vi furono perpetrati, cui fa da contrappunto il senso di solidarietà e di amicizia che legava tra loro gli uomini coinvolti, loro malgrado, in quell’esperienza senza precedenti.

F.T.

  • Bibliografia
    C. Salsa, Trincee. Confidenze di un fante, Mursia, Milano 1982; M. Isnenghi, Il mito della Grande guerra. Da Marinetti a Malaparte, Laterza, Bari 1970 (e successive); F. Todero, Confidenze di un disilluso: Carlo Salsa e le sue trincee, in Scrittori in trincea. La letteratura e la Grande Guerra, a c. di F. Senardi, Carocci, Roma 2008, pp. 135-143.
  • Categories
    ,
  • Condividi
  • Archivio Erica Mastrociani - Fabio Todero; Fototeca Consorzio Culturale del Monfalconese

Related Items