Teatri

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Fino all’entrata in guerra dell’Italia, il teatro musicale e drammatico triestino era ancora molto fiorente, ricettivo dei grandi capolavori, sia drammatici, lirici che cinematografici europei ma, soprattutto, italiani. Allo scoppio del conflitto austro-serbo, in seguito alla chiusura del Teatro Verdi, simbolo per statuto dell’italianità della classe medio-borghese cittadina, erano rimasti attivi il Politeama Rossetti, con un repertorio misto di prosa, lirica, cinematografia e varietà, i teatri Fenice, Alfieri (poi Famigliare) ed Eden, dedicati principalmente all’operetta, al varietà e alle proiezioni di film, e il Teatro Minimo (poi Bellini) destinato alla prosa.
Nelle due giornate di lutto, seguenti la tragedia di Sarajevo, il Politeama Rossetti rimase chiuso in seguito a disposizione dell’autorità. Ma già nel settembre successivo i tamburini dei giornali riportano i segnali della ripresa teatrale cittadina. Il 24 settembre si inaugurò al Rossetti l’impresa di Olimpio Lovrich per una stagione d’opera lirica: vennero fissate le opere Bohème e Tosca di Puccini, La Dannazione di Faust di Berlioz, Otello di Verdi, Luisa di Charpentier: si noti che il repertorio era italiano e francese, come lo sarà quello della stagione operistica successiva dell’inizio 1915, curata dall’Orchestrale Triestina, impresa che operò fino alla prima metà di quell’anno, mettendo in cartellone, melodrammi come La Sonnambula, Rigoletto, Il barbiere di Siviglia, La Favorita, Crispino e la Comare (dei fratelli Ricci, Luigi e Federico). Non fu facile per l’Orchestrale Triestina, dopo aver lottato contro molti ostacoli − mancanza di orchestrali, costi per i diritti d’autore per gli spartiti, rilascio dei passaporti degli artisti lirici venuti dal Regno, attivazione di un sufficiente riscaldamento) − formare un’orchestra adeguata alle esigenze delle partiture.
I venti di guerra cominciavano a destabilizzare la programmazione dei cartelloni: il 21 aprile 1915 l’annunciata rappresentazione commemorativa del 25° anniversario della Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni non ebbe luogo; la Compagnia drammatica diretta da Vittorio Bratti-Enrico Corazza, di matrice veneziana, scritturata dall’impresario del Minimo per inaugurare la nuova sede del Teatro Bellini, non ottenne il permesso dalla Direzione di polizia, che considerava «non opportuna» la loro presenza. Di fronte alle restrizioni imposte dalle autorità militari e dalla censura, la città però reagì e si riorganizzò, dimostrando di riuscire a sostenere il vuoto artistico di quei tragici mesi, inventando la formula delle compagnie «stabili» di giovani attori, che si affermeranno anche negli anni successivi a quelli bellici. Tra queste compagnie merita di essere ricordata quella fondata, nell’agosto del 1915 al Teatro Famigliare di via Acquedotto 24, dall’attore Carlo Fiorello, in quanto costituisce il primo caso di una compagnia dialettale triestina. Al Teatro Fenice, già dal gennaio del 1915, agiva la Compagnia comica di varietà La Famigliare, diretta dall’attore Alberto Brizzi (che però morì nell’agosto successivo), specializzata in pièces veneziane, molto gradite dalle platee della città. Al Teatro Eden, oltre al varietà, agiva in febbraio una Compagnia italiana di operette diretta dall’impresario Gino Andrei, che nel Regno aveva incontrato molto favore fra il pubblico; tra le operette allestite, di grande successo anche negli anni successivi, oltre a quelle degli indimenticati Lehár e Kálmán quali, figuravano Santerellina e La casta Susanna
A dicembre iniziarono le rappresentazioni di carattere propagandistico, che puntellarono le stagioni di tutti i teatri e i cinematografi negli anni successivi: l’evento spettacolare che l’amministrazione militare austriaca locale pubblicizzò al Teatro Fenice, aprendolo anche alle scolaresche, fu Il figlio del patronato di guerra, film patriottico-drammatico in 4 atti di Alfred Deutsch-German, musicato da Edmund Eysler.

F.L.

  • Bibliografia
    S. Crise, La divina ispirazione. L’educazione musicale del popolo nella Trieste asburgica, Varese, Zecchini 2006 M. Petronio, L’operetta a Trieste… e altra musica d’intrattenimento, Trieste, Luglio 2010. G. Botteri, V. Levi, Il Politeama Rossetti, 1878-1978: un secolo di vita triestina nelle cronache del teatro, Editoriale libraria, Trieste 1978.
  • Crediti immagine
    FOTO: tratta da «Il Piccolo», 14 aprile 1915
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