L’Istituto generale dei poveri di Trieste nacque da un’idea di Domenico Rossetti nel 1818, e venne accolto con questa denominazione nei locali di una ex caserma, sita nell’attuale viale Miramare. Suoi scopi originari, l’ausilio ai bisognosi della città ma anche l’arginamento di fenomeni di mendicità molesta. Nel 1862 cambiò denominazione e sede, con l’inaugurazione del grande edificio della Casa dei poveri di Contrada Chiadino bassa, da allora via dell’Istituto e ora via Giovanni Pascoli; l’idea era quella di razionalizzare l’assistenza ai poveri, bambini e anziani, con il sostegno anche medico ai ricoverati e l’incremento della beneficenza esterna. Con gli anni, l’Istituto inaugurò così due altri alloggi popolari e provvide alla distribuzione gratuita di pane e zuppa per i bisognosi.
Lo scoppio della guerra moltiplicò le necessità cui la Pia casa doveva provvedere, a fronte del calo delle rendite e del dimezzamento degli introiti per le pigioni. Le uscite dell’ente crebbero a causa della necessità di sostituire il personale richiamato alle armi, del lavoro legato alla beneficenza esterna, dell’aumento dei prezzi degli alimentari e, infine, per il moltiplicarsi dei bisogni: basti pensare che il numero delle razioni di minestra distribuite gratuitamente passò dalle 35.310 di agosto alle 95.860 del mese successivo, mentre nel mese di settembre erano oltre 3000 le famiglie cui venivano erogati dei sussidi in denaro. Gli alloggi popolari, tra il 27 luglio e i primi giorni di settembre 1914, dovettero provvedere all’acquartieramento delle truppe mobilitate e prossime ad essere inoltrate al fronte. Anche avvenimenti meteorologici straordinari, come il nembo ciclonico che investì la città nel luglio di quell’anno, coinvolse la Casa dei poveri nell’opera di aiuto a quanti ne erano stati colpiti. Infine, in seguito a una specifica ordinanza imperiale, l’istituto dovette provvedere all’alloggio e al mantenimento di una certa quota di profughi – per lo più donne con bambini e anziani – provenienti da Pola, in seguito al provvedimento di sgombero parziale della città istriana.