Nell’Ottocento, il movimento nazionale sloveno fu per buona parte di matrice liberale, come del resto avvenne per la altre componenti etniche dell’Impero asburgico, italiani compresi. L’emergere dell’impegno dei cattolici in politica nell’ultimo quarto del secolo, ebbe un forte impatto nell’area austro-tedesca e in quella dei popoli slavi, dove i partiti cristiano-sociali si diffusero velocemente con il pieno sostegno della Chiesa. Questo significò l’aprirsi di una competizione non solo nello scacchiere politico, ma anche nella formazione delle nuove generazioni. Era infatti tipico dei movimenti nazionali dell’Impero asburgico creare consenso intorno ai propri programmi attraverso tutta una serie di organizzazioni, che potessero sviluppare la coscienza nazionale attraverso la cultura e lo sport. Per fare ciò seguirono il modello della nazionalizzazione tedesca. Gli italiani, ad esempio, fondarono associazioni come la Lega Nazionale e la Società ginnastica triestina. Gli sloveni fondarono la Slovenska Matica e il Sokol. Tutti questi enti erano però di ispirazione liberal-nazionale, e spesso fortemente anticattolici. I sacerdoti sloveni decisero dunque di fondare delle proprie organizzazioni. «Sokol» in sloveno significa «falco», mentre «Orel», «aquila»: i cattolici, opponendo così l’aquila al falco, fondarono a Jesenice, nel 1905, l’associazione sportiva Orel, da una costola del Sokol. L’iniziativa ebbe un immediato successo in quasi tutte le aree abitate dagli sloveni, visto il forte attaccamento ai valori tradizionali di tale popolo. Alla pratica della ginnastica, si aggiunsero presto quelle degli sport di squadra, dell’alpinismo e dei canti corali. Fu anche pubblicato un periodico che rendeva merito dell’attività della società. A Trieste nel 1908 furono fondate tre sezioni della Orel, e quattro ne aprirono nel Goriziano, dove le forze cattoliche avevano storicamente un radicamento ben maggiore rispetto al porto dell’Impero. Infatti, a Gorizia e nel circondario, in pochi anni si raggiunse la quota di ben 19 sezioni. Alla vigilia della Grande guerra la Orel aveva quasi eguagliato il numero di iscritti del Sokol, raggiungendo gli oltre 5000 aderenti in tutta le aree slovene. L’arrivo dell’autorità italiana nel Litorale ebbe un esito nefasto per l’Orel delle due cittadine giuliane. Le prime difficoltà furono poste nel 1922. Il fascismo, a causa delle sue politiche di snazionalizzazione forzata delle minoranze etniche, nel 1927 obbligò l’associazione alla chiusura insieme a tutte le altre organizzazioni politiche, economiche, culturali e sportive degli sloveni. L’idea di ente sportivo sloveno cattolico risorse a Trieste e Gorizia dopo la Seconda guerra mondiale, con nuove società che hanno continuato la propria attività sino ad oggi.