Nazario Sauro

Nazario Sauro

Nazario Sauro (Capodistria, 1880 – Pola, 1916) Di famiglia marinara, Nazario Sauro ottenne il diploma di capitano di grande cabotaggio presso l’Accademia Nautica di Trieste. Animato da ideali mazziniani, fu vicino al gruppo della Democrazia sociale irredenta e nel 1911-12 sostenne fattivamente l’insurrezione albanese, rifornendo di armi e munizioni gli insorti. Navigò con diverse compagnie, finché approdò alla Società capodistriana di navigazione a vapore da cui fu impiegato per coprire la linea quotidiana che univa la cittadina istriana a Trieste. Nel settembre del 1914, scoppiata la guerra, si trasferì con la famiglia a Venezia dove fu vicino alla Trento-Trieste; nel gennaio 1915 fu tra i volontari accorsi ad Avezzano per fornire il loro aiuto ai terremotati della Marsica. Alla vigilia dell’intervento italiano in guerra, fu contattato dallo Stato Maggiore della marina a Roma, per ottenerne informazioni sull’assetto difensivo delle coste adriatiche, da lui così ben conosciute. Arruolatosi nella marina italiana con il grado di tenente di vascello e con le generalità di Nicolò Sambo, fu impiegato a Venezia come pilota di torpediniere, su cui partecipò a diverse missioni. Passò poi al servizio attivo sulla torpediniera 4 PN e poi sul cacciatorpediniere «Zeffiro». Infine, nel luglio del 1916, si imbarcò sul sommergibile «Pullino». In occasione della sua seconda missione, finalizzata al siluramento di alcuni piroscafi alla fonda nel porto di Fiume, l’unità si incagliò sullo scoglio della Galiola; Sauro, volontario irredento, tentò di raggiungere da solo le coste istriane ma fu raggiunto da una nave dell’I.r. marina. Il 1° agosto iniziò il processo che conobbe fasi particolarmente drammatiche, come il confronto con la madre che negò di conoscerlo anche se altri testimoni ne avevano ormai effettuato il riconoscimento. Imputato di alto tradimento, il 10 agosto 1916 fu condannato a morte; la condanna ebbe luogo nella serata stessa del 10, nel cortile delle carceri di Pola, tramite capestro, per le mani del boia Lang, già protagonista dell’esecuzione di Fabio Filzi e di Cesare Battisti. Sepolto nel cimitero della marina, la salma fu riesumata nel primo dopoguerra; il corpo di Nazario Sauro fu  infine traslato a Venezia, dove tuttora riposa, durante l’esodo da Pola del 1947. Gli furono conferite una medaglia d’argento e una medaglia d’oro al valor militare.

  • Bibliografia
    R. Ponis, Nazario Sauro. Il Garibaldi dell’Istria, ANVGD Comitato Provinciale di Trieste, Alpe Adria edizioni, Trieste 1996; F. Todero, Morire per la patria. I volontari del Litorale austriaco nella Grande guerra. 1914-1918, Gaspari, Udine 2005.
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  • Crediti immagine
    Archivio fotografico Irsml FVG, Trieste.
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