Domenico Lovisato nacque a Isola d’Istria il 12 agosto 1842. Irredentista sin dal liceo, studiò matematica all’università di Padova e fu arrestato varie volte per attività sovversiva. Processato nel 1864 per alto tradimento, fu assolto ma colpito l’anno dopo da un provvedimento di espulsione dagli istituti scolastici dell’Impero. Partecipò alla Terza guerra d’indipendenza a fianco di Garibaldi, di cui fu amico e più volte ospite a Caprera. Insegnò matematica e fisica in varie scuole secondarie della penisola, fino a quando nel 1878 ottenne l’incarico di professore straordinario di mineralogia all’università di Sassari, guadagnandosi una certa fama come geologo. Effettuata tra il 1881 e il 1882 una spedizione in Patagonia, egli rifiutò l’invito del governo argentino di continuare lì i propri studi, preferendo il ritorno in Italia per seguire da vicino le sorti della terra di provenienza, di cui sperava l’accorpamento. Durante la permanenza nella Terra del fuoco, Lovisato battezzò alcuni monti coi nomi di «Trieste» «Garibaldi» «Venezia Giulia» e «Italia», indice di una propensione a coniugare scienza e patriottismo. Giunto in Istria nel 1883, venne immediatamente espulso e costretto a ritornare a Sassari, dove condusse una campagna giornalistica a favore di Oberdan e promosse un circolo repubblicano universitario intitolato a Efisio Tola, i cui aderenti, dietro sua ispirazione, l’8 giugno 1884 fecero sventolare il vessillo di Trieste dal balcone del palazzo civico, durante la cerimonia d’inaugurazione di una lapide a Garibaldi. Promosso professore ordinario a Cagliari, per tre decenni si dedicò alla scrittura scientifica, licenziando numerosi studi. Qui visse fino alla morte, che, sopraggiunta nel 1916, gli impedì, secondo i desideri espressi al ministro della Guerra, di seguire il figlio Mario nelle trincee. Il corpo fu avvolto nella bandiera di Trieste e deposto sotto un masso sul colle di Bonaria a Cagliari.
L.G.M.