Comunità inglese di Trieste

Comunità inglese di Trieste

I crescenti traffici navali di Trieste avevano attratto, sin dal XVII secolo, commercianti e imprenditori da diverse regioni dell’Europa e del Mediterraneo. Via via che i nuovi arrivati acquisivano importanza nel contesto economico e sociale della città, provvedevano alla creazione di istituzioni che potessero sostenere e rafforzare la propria presenza organizzata sul territorio. Ciò determinò, fra Settecento e Ottocento, la formazione di una città composta da una pluralità di realtà culturali, religiose e nazionali che si aggregarono ai due precedenti nuclei autoctoni, quello veneto-friulano e quello sloveno.

I sudditi della Corona inglese, specialmente a partire dalla cacciata delle forze napoleoniche nel 1813,  costituirono una delle comunità straniere economicamente più rilevanti nella Trieste del XIX secolo. Tutto l’insieme del ceto mercantile dell’emporio triestino intratteneva del resto significativi rapporti con la prima forza economica e politica del tempo. Grazie a un imprenditore britannico, John Allen, già nel 1818 venne istituita a Trieste la prima compagnia di navigazione a vapore. Essa avrebbe consentito di far compiere in anticipo, rispetto ai porti concorrenti della penisola italiana, quel salto tecnologico che permise alla città di rilanciare velocemente la propria economia dopo la crisi dell’età napoleonica. Grazie all’esperienza della società di Allen, il capitale triestino riuscì a fondare nel 1836 il Lloyd Austriaco di navigazione , che divenne poi uno dei massimi gruppi amatoriali fra Otto e Novecento. A sua volta, questa azienda era nata come una succursale del Lloyd Austriaco, sorto proprio sulla base del modello inglese, ma con capitali e intelligenze locali. I britannici nel 1830 costruirono inoltre in via san Michele una chiesa anglicana che esiste ancora oggi.

Una figura che senza dubbio contraddistinse la comunità inglese a Trieste, fra gli anni Settanta e Novanta dell’Ottocento fu il suo console Francis Burton, noto orientalista ed esploratore, conosciuto per essere stato il primo traduttore de Le Mille e Una Notte e di altri testi della tradizione islamica. Il sopravvenire della Grande guerra portò infine alla chiusura delle istituzioni britanniche, incluso il tempio anglicano, e al veloce rimpatrio dei sudditi di Sua maestà. Coloro che rimasero o non riuscirono a fuggire dopo le dichiarazioni di guerra furono internati dalle autorità di Vienna in territorio austriaco.

  • Bibliografia
    V.H. Crisp, Anglicani, in Enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia, 3° vol. tomo II, Istituto per l’enciclopedia del FVG, Trieste 1979; R.E. Coons, I primi anni del Lloyd austriaco: politica di governo a Vienna ed iniziative imprenditoriali a Trieste, 1836-1848, Del Bianco, Udine 1982.
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  • Crediti immagine
    Archivio E. Mastrociani F . Todero.
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