Henrik Tuma

Henrik Tuma

Henrik Tuma (Lubiana, 9 luglio 1859 – ivi, 10 aprile 1935), avvocato e politico. Nacque in una famiglia di un calzolaio ceco, giunto in Carniola circa alla metà degli anni Trenta del XIX secolo, mentre la madre era una slovena della Dolenjska. Dopo la maturità ginnasiale conseguita a Trieste (1881) – in precedenza aveva frequentato sei classi ginnasiali e un anno di corso per insegnanti, quindi iniziò ad insegnare a Postumia – si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Vienna, dove si laureò nel 1888. Fu giudice a Tolmino e ad Aidussina, mentre nel 1897 aperse a Gorizia il suo studio legale, attivo sino alla metà del 1924; poi si trasferì a Lubiana e svolse la sua attività sino alla morte. Entrò in politica su invito della società politica Sloga di Gorizia; alle elezioni del 1895 si candidò nelle liste del partito nazionale sloveno e fu eletto a membro della Dieta. I suoi interventi furono da subito e costantemente radicali, specie in relazione all’attività dei deputati italiani che detenevano la maggioranza e non di rado ostacolavano le proposte slovene. Parallelamente fu impegnato ad attuare il programma politico ed economico sloveno nel Goriziano, con l’istituzione di banche, cooperative, associazioni di mestiere. Nel 1901 fu nuovamente eletto, ma nelle fila del partito nazionale progressita. Deluso per la condotta politica degli sloveni a Gorizia, si ritirò dalla vita pubblica (1903-1908), ma furono anni di ripensamento. Si batté per l’istituzione di un ateneo bilingue a Trieste e nel 1908 entrò nel partito socialdemocratico jugoslavo; divenne un esponente di punta, la cui influenza crebbe notevolmente con il trasferimento di Etbin Kristan negli Stati Uniti d’America. Il suo indirizzo politico si avvicinò sempre più all’austromarxismo, soprattutto per risolvere la questione slovena, sebbene fosse vicino pure alle aspirazioni della gioventù radicale slovena riunita intorno alla rivista «Omladina» (Gioventù). Successivamente, però, manifestò una certa ostilità verso lo Stato asburgico, tant’è che nel corso del IX congresso della socialdemocrazia jugoslava, tenutosi a Lubiana il 29 giugno 1914, alla proposta di Anton Kristan di condannare l’attentato mortale di Sarajevo, Tuma si dissociò, poiché riteneva che il partito operaio non potesse avere nulla in comune con la casa regnante. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale ritenne che la sua conclusione avrebbe rappresentato la vittoria per l’autonomia dei popoli minori e che il socialismo avrebbe traghettato il destino dell’Europa. Era convinto che grazie ad un successo degli Imperi centrali, agli sloveni avrebbero ottenuto Trieste e Gorizia e di conseguenza l’intera economia del Litorale si sarebbe irrobustita. Il futuro della Slovenia e degli sloveni lo individuava in una lega di popoli liberi dell’area adriatico-danubiana-balcanica. Per quanto riguarda Trieste, la sua proposta rappresentava una sorta di alternativa alle tesi italiana e jugoslava; già verso il termine della guerra presentò come soluzione il progetto per la costituzione di una repubblica cittadina indipendente.

  • Bibliografia
    D. Kermavner, Tuma Hernik, in Slovenski biografski leksikon, vol. IV, Slovenska akademija znanosti in umernosti, Ljubljana 1980-1991, pp. 231-236; J. Pirjevec, Henrik Tuma e il socialismo, in «Prispevki za zgodovino delavskega gibanja», a. XVII, n. 1-2, 1977, pp. 75-87; B. Marušič, Sto slovenskih politikov, Ljubljana 2002, pp. 200-201.
  • Categorie
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  • Crediti immagine
    H. Tuma, Pisma: osebnosti in dogodki (1893-1935), s sodelovanjem Eve Holz [et al.]; zbral in uredil Branko Marusic, Zgodovinski institut Milka Kosa ZRC SAZU, Ljubljana; Trst Devin, 1994
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