Goldmann Cesare

Goldmann Cesare

Cesare Goldmann nacque a Trieste il 21 luglio 1858, da famiglia ebraica benestante. In seguito al crollo della Borsa di Vienna del 1873, fu costretto a interrompere gli studi ginnasiali e a impiegarsi in un cotonificio che possedeva una filiale a Torino, dove si trasferì tre anni dopo. Qui si iscrisse alla loggia massonica Pietro Micca-Ausonia, dedicandosi al filantropismo e costituendo varie società di mutuo soccorso, asili infantili, cucine popolari. All’inizio degli anni Ottanta fu tra i promotori di un comitato incaricato di progettare l’erezione di un forno crematorio nella città subalpina, embrione della successiva Società di cremazione. Sposatosi con Emma De Benedetti, fu consigliere comunale dal 1892 al 1895, distinguendosi per essersi opposto alla diffusione di uno scritto antisemita in una scuola di religione. Nel 1897 si spostò a Milano per assumere la direzione commerciale della Stamperia italiana, carica che detenne per un decennio. Acquistò nel tempo un ruolo di spicco nel mondo dell’industria, presiedendo la Società italiana di credito, la Società commissionaria di importazione ed esportazione, la Anonima officine Moncenisio, la Anonima Rejna, la Fonderia milanese di acciaio. Fu inoltre azionista di giornali di larga diffusione, tra cui «Il Sole», «Il Carroccio» e «Il Secolo». Irredentista e interventista, confluì nella loggia ambrosiana Eterna Luce e partecipò al circuito associazionistico dei fuorusciti giuliani in Lombardia, che sovvenzionò a più riprese. Conobbe e intrattenne carteggi con Felice Cavallotti, Luigi Einaudi, Guglielmo Ferrero, Filippo Tommaso Marinetti, Francesco Saverio Nitti. Negli anni di guerra presiedette l’Associazione politica fra gli italiani irredenti, approdo dei nazionalisti intransigenti, e rappresentò l’ala destra dell’Associazione democratica lombarda. Al termine del conflitto fu tra gli ebrei sansepolcristi presenti alla riunione milanese del 23 marzo 1919, mettendo a disposizione per l’evento il salone del Circolo per gli interessi commerciali e agricoli da lui presieduto. Come molti correligionari affiliati alla massoneria si staccò ufficialmente dall’ebraismo, anticipato nella scelta dalla figlia Lia. Morì a Roma nel 1937.

L.G.M.

  • Bibliografia
    V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi muratori. Piccole biografie di massoni famosi, Mimesis, Milano 2005, pp. 148-149; B. Maida, Dal ghetto alla città. Gli ebrei torinesi nel secondo Ottocento, Torino, Zamorani, 2001, pp. 228-231; L.G. Manenti, Massoneria e irredentismo. Geografia dell'associazionismo patriottico in Italia tra Otto e Novecento, Trieste, Irsml FVG, Trieste 2015.
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