Reina Giuseppe

Reina Giuseppe

Nacque il 2 dicembre 1884 a Chiusa Sclafani (PA), figlio di Francesco, medico condotto, e della veneta Ida Pangera. Studiò tra Agrigento e Palermo, dove si laureò in giurisprudenza nel 1908. Vincitore di un concorso da vice-segretario al ministero della Pubblica Istruzione, venne prima assegnato alla direzione generale per l’istruzione media e poi per quella primaria e popolare (1911-16). Nel 1915 fu richiamato alle armi come tenente, partecipando alla seconda battaglia dell’Isonzo inquadrato nel 130° reggimento fanteria: racconterà la sua esperienza militare nel fortunato volume Noi che tignemmo il mondo di sanguigno. Combattendo sull’Isonzo e sul Carso con la Brigata Perugia. Maggio-novembre 1915 pubblicato nel 1919 (ma scritto nel 1917), che ebbe in breve tempo cinque edizioni, la prima con l’editrice Ausonia di Roma, le successive con Cappelli.
Ricevuto l’ordine di mobilitazione il 17 maggio 1915, il reggimento raggiunse le retrovie a San Giovanni al Natisone il 6 giugno. Reina partecipò ai primi assalti tra il 5 e il 7 luglio, prendendo posizione in prima linea nelle operazioni della prima metà di novembre sul San Michele: il 14 fu ferito a una spalla e trasferito all’ospedale di Palmanova. Venne decorato con croce al merito di guerra, medaglia di bronzo e medaglia d’argento al valor militare, guadagnando sul campo la promozione a capitano.
Dopo la vittoria, fu impiegato come capo dell’Ufficio scolastico del Governatorato della Venezia Giulia agli ordini del generale Carlo Petitti di Roreto dal 1919 al 1922. Nel settembre 1919 s’iscrisse ai Fasci di combattimento; partecipò alla marcia su Roma e sarebbe divenuto console della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. In seguito, nel 1922-23, fu in servizio presso il ministero della Pubblica Istruzione alla direzione generale per l’Istruzione primaria e popolare come caposezione facente funzioni; partecipò attivamente alla riforma scolastica di Giovanni Gentile.
Dopo aver fatto da provveditore reggente dell’ufficio scolastico di Trieste da luglio a novembre 1923, il 30 novembre 1923 fu nominato provveditore. Rimase a Trieste fino al 1927, allorché ottenne il trasferimento a Palermo. Tornò tuttavia a Trieste nel 1934, avendo nel 1929 sposato Aurelia Cesari, figlia di Giulio, direttore de «Il Piccolo», da cui avrà le figlie Ida (1933) e Maria (1935), nota poi come Miela. Nel 1940-41 fu membro della prima sezione del consiglio superiore dell’Educazione nazionale, da febbraio a giugno del 1943 fu a Roma a disposizione del ministero. Riprese infine servizio a Trieste. Il 25 luglio 1944 fu arrestato dai tedeschi. Evitò la deportazione, ma morì il 17 febbraio 1945.

A.D.

  • Bibliografia
    G. Alliney, Prefazione a G. Reina, Noi che tignemmo il mondo di sanguigno. Combattendo sull'Isonzo e sul Carso con la Brigata Perugia. Maggio-novembre 1915, Nordpress, Chiari (BS) 2004, pp. 5-16. C. Auria, I Provveditori agli Studi dal fascismo alla democrazia, Biblioteca scientifica Fondazione Ugo Spirito, tomo II, Roma 2006, pp. 206-208.
  • Categories
    ,
  • Condividi

Related Items