Giulio Ascoli nacque nel 1870 a Trieste, da una famiglia ebrea; il padre proveniva da Ancona e la madre era triestina. Studiò al Liceo ginnasio comunale di Trieste, dove cominciò ad avvicinarsi alla causa irredentista. Frequentò l’università a Praga, Graz e Vienna, compiendo studi di medicina, ma a partire dall’estate del 1891 si legò alla società segreta di ispirazione mazziniana XX dicembre, che ricordava la data in cui Oberdan era morto sul patibolo. Nel 1896, poco dopo la laurea, Ascoli, che era sempre stato cittadino italiano e aveva appena iniziato a lavorare a Bologna, decise di arruolarsi volontario nella prima guerra coloniale d’Italia, e si imbarcò per l’Eritrea. Dal 1898, riprese la carriera di medico nella penisola, ottenendo numerosi riconoscimenti. Il legame con Trieste e col movimento irredentista non era però mai venuto meno. Nel porto asburgico, la classe dirigente italiana si stava battendo per nominare un connazionale a direttore del più importante ospedale della città. Dopo alcune vicissitudini, Ascoli, riuscendo ad acquisire la cittadinanza austro-ungarica, poté partecipare al concorso e nel 1913 fu posto al vertice del nosocomio triestino. Furono notevoli i risultati da lui ottenuti nella nuova posizione. Oltre a una intesa riorganizzazione della struttura da lui amministrata, si preoccupò anche di riformare la scuola per infermiere, della quale assunse pure la direzione. La guerra, però, stravolse anche la sua vita. Il primo anno di conflitto mise a dura prova le sue doti di medico e di amministratore. Inoltre le autorità asburgiche lo denunciarono per aver difeso alcuni presunti renitenti alla leva, e aprirono un procedimento nei sui confronti. L’entrata dell’Italia nelle ostilità peggiorò la sua posizione: fu sollevato da ogni incarico nel giugno del 1915 e inviato sul fronte galiziano con funzioni sanitarie. Rifiutandosi di indossare la divisa austriaca, cominciò a digiunare e si privò il più possibile del sonno, lasciandosi morire lentamente. Dopo trasferimenti continui, interrogatori, degenze in ospedali e persino in un manicomio, esattamente un anno dopo l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale, il 24 maggio del 1916 Giulio Ascoli morì a Vienna.