Esercito austriaco (Landwehr)

Esercito austriaco (Landwehr)

Il Compromesso del 1867 con l’Ungheria pose le basi per la costituzione di un esercito parallelo, da trarsi sul territorio della Corona ungarica, politicamente e gerarchicamente sottoposto al ministero ungherese della Difesa. A questa regia milizia territoriale ungherese, in realtà un vero e proprio esercito nazionale per brevità denominata Honvéd (ufficialmente: A magyar királyi Honvédség), venne per uniformità (oggi si direbbe par condicio) affiancata una corrispondente forza armata austriaca, denominata K.k. Landwehr, e cioè imperial-regia (senza la congiunzione und) milizia territoriale, da reclutarsi nei Kronländer rappresentati nel consiglio dell’Impero (il parlamento di Vienna o Reichsrat). Essa era posta alle dipendenze del ministero austriaco della Difesa (K.k. Verteidingungsministerium). Nello Stato austriaco, alle 9 circoscrizioni di corpo d’armata ne corrispondevano altrettante di Landwehr, rette dal comandante del rispettivo corpo d’armata. Le 9 circoscrizioni comprendevano 59 circoli territoriali di reclutamento, che fornivano però solamente 40 reggimenti di fanteria e da montagna. I reggimenti di fanteria Landwehr erano contraddistinti, oltre che dalla sigla K.k., dal nome della località sede del comando di circolo di reclutamento, posto accanto al numerale (ad esempio: K.k. Landesschützenregiment Trient Nr. 1; K.k. Landwehr Infanterieregiment Pola Nr. 5) ed erano strutturati su 3 battaglioni con una sezione mitragliatrici e un Kader reggimentale, sede di deposito. Nella Landwehr Infanterieregiment Pola Nr. 5 furono reclutati molti coscritti dal Litorale.

  • Bibliografia
    I. Deák, Gli ufficiali della Monarchia asburgica: oltre il nazionalismo, LEG, Gorizia 1994; S. Chersovani, Esercito austroungarico e italiani d’Austria in Sui campi di Galizia, gli italiani d'Austria e il fronte orientale: uomini popoli culture nella guerra europea, a c. di G. Fait, Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 1997.
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    Archivio E. Mastrociani - F. Todero.
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