Nel 1861 il Margraviato dell’Istria ottenne la Dieta provinciale con sede a Parenzo; dopo due lustri di neoassolutismo, entro l’Impero asburgico si schiudeva una nuova stagione di partecipazione alla vita politica, sebbene riservata solo ad una minoranza della società. Il potere esecutivo era espresso dalla Giunta provinciale, costituita da quattro membri, mentre al vertice si trovava il capitano provinciale, nominato direttamente dall’imperatore. I rappresentanti eletti mantenevano la carica per un periodo di sei anni e venivano scelti attraverso il sistema curiale. Esistevano quattro curie, distinte e separate all’interno delle quali si eleggevano i membri che ne avrebbero fatto parte. All’inizio, gli incarichi di deputato erano trenta. La prima curia era riservata alla grande proprietà terriera ed aveva diritto a cinque membri; la seconda era quella delle città ed era rappresentata da otto deputati; la terza era espressione delle camere commerciali-artigianali ed aveva due posti; infine vi era la quarta curia in cui i comuni esterni e le località minori inviavano dodici delegati. Nel 1908 fu aggiunta la quinta curia, quella generale, il cui diritto di voto era riservato a tutti i maschi dai 24 anni in su. Il numero dei membri in seno alla Dieta aumentò a quarantasette. A questi si aggiungevano i tre posti di diritto riservati ai vescovi della regione, cioè ai prelati di Parenzo-Pola, Trieste-Capodistria e Veglia. L’esordio del consesso passò alla storia per il rifiuto dei deputati, espresso nel momento in cui furono chiamati a scegliere due rappresentanti per il Consiglio dell’Impero a Vienna e di inviare un indirizzo di omaggio all’imperatore; per due volte (il 10 e il 16 aprile 1861) la maggioranza dei votanti, 20 su 29, espresse la propria contrarietà indicando sulle schede «nessuno». Di fronte a quella condotta la Dieta fu prosciolta, mentre i nuovi membri accolti erano decisamente più fedeli all’autorità asburgica.
Nell’ultimo quindicennio del XIX secolo le vittorie politiche croate portarono ad un sensibile cambiamento. Nel 1889 nella Dieta giunsero otto rappresentanti croati eletti nella curia dei comuni rurali ai quali si aggiunse un altro proveniente dal distretto di Volosca. Ante Dukić di Castua fu posto alla vicepresidenza. La battaglia per la lingua all’interno della Dieta conobbe un crescendo dal momento che il suo riconoscimento avrebbe comportato una legittimazione nazionale e politica. Nel 1896 i rappresentanti della Narodna stranka giurarono in lingua croata quindi furono aggrediti da manifestanti furibondi. Varie furono le sedi in cui si tennero le sessioni e gli spostamenti furono anche una conseguenza del crescente scontro sul terreno politico da parte dei vari schieramenti politici e nazionali della Provincia. Sino al 1897 le sedute si tennero a Parenzo, sede anche della Giunta, che rimase sempre nella località originaria; nel 1898, per poco più di un mese (tra gennaio e febbraio), esse si svolsero a Pola, quindi a Capodistria (aprile 1899-luglio 1902), poi ancora a Pola (dicembre 1902-novembre 1903) e infine di nuovo nella città di San Nazario (settembre 1904-ottobre 1910). Dopo l’accesa seduta del 18 ottobre 1910, riguardante la copertura del disavanzo prodotto dalla Prima esposizione provinciale istriana di Capodistria di quello stesso anno, essa fu sospesa e di fatto fu l’ultima sessione della Dieta che fu sciolta il 3 aprile 1916; allora, le sue mansioni e quelle della Giunta passarono alla Commissione amministrativa provinciale (Landesverwaltungkommission), nominata dall’imperatore e composta da quattro membri (il presidente era Alois Lasciac, già consigliere governativo a Trieste), che rimase attiva sino al crollo della Duplice monarchia.