Cormòns

Cormòns

Il richiamo alle armi degli uomini fino ai 42 anni lasciò anche a Cormòns, nell’estate del 1914, quasi soltanto bambini, donne e anziani. Gli uomini furono in buona parte arruolati nel 97° reggimento di fanteria, ritrovandosi a combattere sul fronte russo. Nel corso del 1915 la notizia di un intervento italiano iniziò a circolare con sempre maggiore insistenza e nel mese di maggio i regnicoli tornarono in massa in Italia, accompagnati da alcuni volontari, sostenitori della causa italiana. Le autorità austriache crearono ostacoli a questi spostamenti e procedettero ad arresti preventivi e internamenti.
La mattina del 24 maggio l’esercito italiano occupò Cormòns e le frazioni vicine, dopo aver affrontato una resistenza molto limitata da parte della gendarmeria austriaca, mentre una grande diffidenza caratterizzò il primo approccio dei militari alla popolazione locale. Ben presto la presenza di cannoni e ospedali da campo rappresentò il segno tangibile della guerra che vide la sua prima vera battaglia all’inizio del mese di giugno, quando l’esercito italiano tentò senza successo di superare l’Isonzo per raggiungere Gorizia.
A Cormòns intanto le autorità italiane nominarono facente funzioni di Sindaco Antenore Marni, già rappresentante locale della Lega Nazionale. Divenuto Sindaco nel mese di luglio, come primo atto cambiò il nome della piazza principale in piazza Ventiquattro Maggio. In settembre fu nominata una nuova giunta comunale, mentre nel corso dell’estate si procedette all’arresto e all’internamento in Italia di coloro che erano ritenuti «austriacanti», oltre che alla sostituzione di funzionari e maestri (la scuola riprese soltanto nel mese di novembre). Colpita da un’epidemia di colera fin dal mese di marzo ed esposta ai bombardamenti austriaci, Cormòns si trovò tuttavia ad ospitare nei suoi dintorni un gran numero di reparti dell’esercito italiano, che favorirono una vera fioritura delle attività commerciali.
L’occupazione italiana, dividendo l’Arcidiocesi di Gorizia, incise anche sulla vita religiosa. Molti preti furono internati e sostituiti in via provvisoria da sacerdoti nominati dall’arcivescovo di Udine. Nel mese di settembre del 1915 si arrivò a una nuova soluzione, con la costituzione di due Vicarie foranee (a Cormòns e Caporetto) poste direttamente sotto il Vaticano e vigilate dalle autorità italiane.
La rotta di Caporetto riportò ancora per un anno gli austriaci a Cormòns, prima della conquista definitiva da parte italiana nel 1918.

A.G.

  • Bibliografia
    Suggerimenti bibliografici: G.B. Panzera, Cormòns 1914-1918. Terra per due patrie, Edizioni Vino della Pace, Cormòns 1998; L. Patat, Fra Austria e Italia. Cormòns e l’Isontino a cavallo di due secoli, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Udine 2003.
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  • Crediti immagini
    Archivio Storico Dal Molin (Collezione Casato)

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