Cooperative operaie

Cooperative operaie

Il 3 dicembre 1903 aprì nel quartiere popolare di San Giacomo il primo spaccio delle «Cooperative Operaie di Trieste». Il modello di riferimento, che presiedette alla loro costituzione, fu quello belga di Gand, incentrato sulla Casa del popolo e capace di tenere assieme le esigenze del cooperativismo di consumo e quelle politiche del movimento operaio. L’inizio non fu facile e al 30 giugno 1905 i soci erano 935, di cui meno della metà acquistava regolarmente presso gli spacci cooperativi. Furono aperti nuovi magazzini e lentamente iniziarono a vedersi i primi progressi. Il 1908 fu il momento più difficile nel rapporto tra il Partito socialista e le Cooperative operaie, apartitiche ma pienamente parte dell’organizzazione politica del movimento operaio (e sua importante fonte di finanziamento); proprio allora, tuttavia, la situazione economica delle Cooperative imboccò la strada di una crescita significativa, grazie soprattutto alla gestione attenta di Valentino Pittoni, che assunse anche la carica di direttore nel 1910 e divenne presidente nel 1911. Al 30 giugno 1914 le Cooperative operaie, dal 1909 denominate «Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli», contavano 10.786 soci, 300 addetti e oltre 30 spacci.

Gli effetti della guerra furono molto pesanti: nel primo anno, i prezzi dei generi alimentari raddoppiarono o triplicarono, finché ne divenne quasi impossibile il reperimento. Alcuni spacci chiusero, ma l’attività delle Cooperative non si interruppe mai del tutto per l’intera durata del conflitto. Alla fine della guerra, le Cooperative seppero riprendersi rapidamente e i soci nel giugno del 1919 erano più di 18.000. A quella data erano attivi 29 spacci e altri 19 erano in procinto di aprire entro la fine dell’anno. Le Cooperative Operaie vissero allora una fase di straordinaria espansione, cui seguirono un periodo di crisi a partire dall’autunno del 1921 e il commissariamento da parte del fascismo nel 1925.

Related Items