Comitato di soccorso per i profughi del Meridione

Comitato di soccorso per i profughi del Meridione

L’Hilfskomitee für die Flüchtlinge aus dem Süden/Comitato di soccorso per i profughi del Meridione, la principale organizzazione assistenziale per i profughi del Litorale, sorta ufficialmente a Vienna il 12 luglio 1915 ma di fatto operante già dalla fine di giugno, nacque per impulso di esponenti del mondo politico, ecclesiastico e culturale del Litorale e del Trentino, nonché con l’approvazione del governo austriaco, che comunque voleva limitarne l’azione «al campo puramente caritativo» e in un’ottica sussidiaria all’operato statale.
Posta sotto la protezione dell’arciduchessa Maria Gioseffa e presieduta dall’ex presidente dei ministri barone Maximilian von Beck, l’organizzazione si divideva in un comitato allargato di oltre 300 membri, con funzioni prevalentemente rappresentative, e in un comitato ristretto di lavoro al cui interno operava l’Ufficio di presidenza composto – oltre che da von Beck – dai vice presidenti mons. Luigi Faidutti e barone Massimiliano Mersi, nonché dai vice presidenti supplenti conte Sizzo Noris e Giuseppe Bugatto. A dirigere l’Ufficio operativo fu designato in un primo tempo Luigi Lasciac, funzionario della Luogotenenza di Trieste, sostituito in seguito da Bugatto, che ebbe al suo fianco quale vice Alcide De Gasperi. Da segretario dell’Ufficio, vero motore dell’azione di soccorso, fungeva Pio Mayer, già segretario della Federazione dei consorzi agricoli del Friuli, l’organismo che raggruppava le istituzioni cooperative cattoliche del Friuli orientale.
La struttura del comitato si appoggiava su una rete articolata, alla cui base stavano dei fiduciari designati fra gli stessi profughi nelle varie località di dimora (in genere sacerdoti o maestri), i quali facevano capo ad una quindicina di delegati, membri del Comitato di lavoro ristretto. I delegati – forniti di legittimazione governativa – avevano il compito di visitare i profughi della diaspora e i campi nelle aree a loro assegnate, raccogliendo richieste e lamentele per sottoporle alle autorità di vario grado, ai comitati di assistenza locali, nonché agli organi centrali del Comitato. Le questioni più rilevanti venivano trattate nelle periodiche riunioni dei delegati, a cui partecipavano anche rappresentanti dei diversi ministeri coinvolti nell’assistenza profughi.
Benché i suoi vertici – presidente a parte – fossero italiani, discreta era la presenza ai vari livelli dell’organizzazione di esponenti delle comunità slovena e croata e l’azione del Comitato riguardò sempre tutti i profughi del Litorale (e del Trentino) senza distinzione di nazionalità, anche quando, verso la fine del 1917, nacquero specifiche organizzazioni assistenziali per i profughi tedeschi, sloveni e croati del Litorale.
L’azione del Comitato, nonostante le resistenze dell’apparato statale, superò ben presto la funzione di ufficio di raccolta e trasmissione alle autorità delle richieste dei profughi, nonché di distribuzione dei soccorsi. Grazie alla sua struttura capillare e all’impegno dei suoi esponenti, il Comitato riuscì ad acquisire un ruolo di interlocutore del governo sulle questioni dell’assistenza profughi, ottenendo in diversi casi risultati concreti, specie dopo a riapertura del Parlamento nel maggio 1917, che permise ai parlamentari membri del Comitato di tradurre le sue istanze in mozioni e proposte legislative. Il Comitato ebbe anche un ruolo, riconosciuto dal governo, nell’assistenza ai profughi rimpatriati. A questo scopo nel gennaio 1918 venne istituita una filiale a Gorizia (gestita da Pio Mayer), seguita da quelle di Monfalcone (retta dal podestà Arturo Rebulla), Pieris (don Beniamino Bianchi), Romans (don Guido Russian) e Staranzano, mentre nel marzo 1918 si costituì la sezione di Trento.

P.M.

  • Bibliografia
    Hilfskomitee für die Flüchtlinge aus dem Süden, Tätigkeits-Bericht, Wien 1916; Id., Zweiter Tätigkeits-Bericht, Wien 1917; Id., Schlussbericht, Wien 1919; [L. Faidutti-G. Bugatto], L’attività del Partito cattolico popolare friulano negli ultimi venticinque anni (1894-1918), Vienna 1919.
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