Cinematografi

Cinematografi

Se da un lato la Grande guerra paralizzò i circuiti economico-commerciali della vita civile, dall’altro la esordiente cinematografia italiana ne trasse grande beneficio. Negli anni 1914-1915 la produzione italiana era notevolmente esportata in Europa, parimenti alla danese Nordisk e alle francesi Gaumont e Pathé. L’anno della neutralità rappresentò un vantaggio per le case italiane (romane e torinesi, in particolare) di produzione cinematografica, rispetto a quelle delle potenze europee in guerra.
Il lungometraggio era già entrato nel sistema di consumo di film e su questo, come sul divismo, soprattutto femminile, puntavano i gestori dei saloni per «fare cassetta». Nel 1915 Trieste era già inserita nei grandi circuiti del sistema di noleggio e distribuzione dei film, recependo le più costose pellicole «artistiche» (come venivano definite) anche a pochi mesi dalla loro uscita sul mercato.
Cabiria, il celebre lungometraggio annunciato come lavoro di D’Annunzio, venne proiettato al Politema Rossetti con grande concorso di pubblico nei giorni immediatamente precedenti alla dichiarazione di guerra alla Serbia, a due soli mesi di distanza dalla première torinese, con accompagnamento musicale adattato da Manlio Mazza, in parte scritto da Ildebrando Pizzetti da Parma, ed eseguito dall’orchestra Franco. Ma dopo tre giornile proiezioni vennero sospese per i funerali di Francesco Ferdinando e Sofia Chotek.
Nella prima metà del 1915 la cinematografia si orientò verso i film «a serie» di derivazione, in particolare, francese; le case produttrici iniziarono ad allontanarsi dall’iniziale attenzione alla mise en scéne e al divismo, mentre le sceneggiature si aprivano progressivamente alla criminalità, alla psicologia dei drammi ‘a tesi’ e alle conseguenti diverse dinamiche interpretative. Nel 1915, al Teatro Cine Famigliare di Trieste, vennero proiettati alcuni capolavori del repertorio seriale europeo, eredi diretti del romanzo d’appendice di origine francese, come Il Cavaliere di Maison Rouge, grandioso capolavoro in 6 atti, dal celebre romanzo di A. Dumas, Rocambole, capolavoro fantastico in 4 atti, con Gaston Sylvestro, che interpretava il famoso bandito parigino, eroe del romanzo di Ponson du Terrail, e I miserabili, epopea drammatica in 4 epoche e 9 parti, tratta dal celebre romanzo di Victor Hugo.
La musica orchestrale era ricorrente nei cinematografi triestini, quasi un’appendice «urbana» della cultura della Hausmusik, mai tramontata. Le direzioni dei teatri non rinunciavano sia a lavori che rielaboravano testi letterari di successo, sia ad adattamenti delle più fortunate opere ed operette. Nel gennaio del 1915, ad esempio, al Teatro Cine Famigliare venne proiettato il lavoro di Matilde Sarao O Giovannino o la morte, adattato dall’autrice stessa per la cinematografia: «il lavoro – così recitava la pubblicità dell’epoca – che è edito dalla Musical-film di Renzo Sonzogno è accompagnato da uno speciale commento musicale ed è, nella recente produzione cinematografica italiana, tra i più riusciti e i più vibranti». Il dramma era stato rappresentato qualche anno prima al Rossetti dalla compagnia Magnetti. Caso esemplificativo di un’industria culturale basata su una filiera mediatica concepita proprio in quegli anni per un largo consumo rivolto, soprattutto, al pubblico femminile. Dal maggio 1915 l’importazione a Trieste dei film italiani subì una sensibile riduzione e, negli anni seguenti, Trieste si inserì decisamente nel mercato cinematografico austro-tedesco. Nei cinematografi, inoltre, cominciarono a comparire, in coda alle proiezioni, le rassegne d’attualità della guerra in corso sul fronte russo e balcanico: di fatto, cinegiornali di propaganda

F.L.

  • Bibliografia
    Storia del cinema mondiale, a c. di G.P. Brunetta, I, L’europa. Miti, luoghi, divi, Einaudi, Torino 1999; D. Kosanović, 1896-1918. Trieste al cinema, La Cineteca del Friuli, Gemona 1995; A. Bernardini, Cinema muto italiano, voll.3, Laterza, Bari-Roma 1980-1982.
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  • Crediti immagini
    Archivio Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia

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