Austria-Ungheria

Austria-Ungheria

Monarchia «duplice» dal 1867, data del Compromesso tra Vienna e Pest, che riconosceva l’esistenza, nell’Impero, di due componenti statali distinte: una comprendeva i possedimenti della Corona di Santo Stefano, ovvero l’Ungheria, la Transilvania, la Slavonia, la Croazia con il corpus separatum di Fiume e la Craina e veniva comunemente chiamata Transleitania; l’altra, denominata Cisleitania, comprendeva i territori dell’Austria sopra e sotto il fiume Enn, Tirolo, Vorarlberg, Salisburgo,  Carinzia,  Carniola, Gorizia, Gradisca, Istria, Trieste, Dalmazia,  Boemia, Moravia, Slesia austriaca, Galizia e Bucovina.

La bipartizione del 1867 garantiva l’autonomia ungherese in tutti i settori, salvo politica estera, finanze e difesa. Per quest’ultima, in particolare, al parlamento ungherese spettava la potestà di decidere sulle modalità di reclutamento e le condizioni del servizio militare nella Transleitania, mentre all’imperatore era riconosciuto il comando sulle forze armate nel loro complesso, unitamente alle funzioni di controllo e di organizzazione. Erano inoltre ammessi, in misura ridotta, reparti di difesa nazionale, la Landswehr e la Honved, in cui comando e progressioni di carriera rimanevano competenze del sovrano. Ogni dieci anni, inoltre, le due parti della Monarchia negoziavano un compromesso economico che regolava i rapporti commerciali tra le due parti dell’Impero.

In occasione del Compromesso fu rivista in senso più liberale anche la costituzione austriaca, che garantiva un maggior decentramento, volto ad assicurare la convivenza tra i numerosi gruppi etnici presenti nella Cisleitania, pur rimanendo espressione di un  ordinamento unitario molto lontano dal concetto di Stato federale. In questo quadro l’imperatore, la cui persona era sacra e inviolabile, esercitava tutte le funzioni di un monarca costituzionale. Tutti i suoi atti, salvo quelli compiuti in veste di comandante supremo dell’esercito, necessitavano della firma di un ministro responsabile. Egli, tuttavia, conservava per certi aspetti un ruolo autocratico, giacché tutti i poteri dello stato derivavano dalla sua persona. Il Consiglio della Corona, che il sovrano consultava prima di prendere le decisioni, non aveva un ruolo costituzionalmente riconosciuto. Con le riforme elettorali del 1897 fu ampliata la base elettorale in Cisleitania, sino al raggiungimento del suffragio universale maschile nel 1907, mentre in Transleitania il diritto di voto era strutturato in modo tale da rimanere di fatto appannaggio della componente magiara. Tale dicotomia tra le due parti dell’Impero era accentuata ulteriormente dalle differenti politiche in campo scolastico. In Cisleitania erano le autorità locali e provinciali a gestire l’istruzione, garantendo a tutte le nazionalità il mantenimento e lo sviluppo della propria cultura, mentre in Transleitania la responsabilità era del governo centrale, il quale, con la finalità di «magiarizzare» le altre componenti linguistiche, limitava l’utilizzo di lingue diverse dall’ungherese alle sole scuole elementari. Questo accentuato intento di assimilazione fu una delle caratteristiche della politica ungherese, determinata a conservare la supremazia nei confronti degli altri gruppi nazionali, riconosciuti nella costituzione solo come «cittadini ungheresi di lingua diversa». La legislazione in materia religiosa era di impronta liberale in tutta l’Austria-Ungheria, nonostante il 91% della popolazione fosse cattolica, con l’eccezione della Bosnia Erzegovina, annessa nel 1908 , dove il 42% era ortodosso, il 34% musulmano e il 21% cattolico. Erano ugualmente riconosciute tutte le  confessioni cristiane e per gli ebrei non vigeva alcuna restrizione legislativa.

Alla vigilia della guerra mondiale l’Impero aveva conservato la struttura duale nata dal Compromesso del 1867, e, al contempo, aveva rafforzato la burocrazia per arginare la progressiva paralisi politica derivante dai conflitti irrisolti tra le nazionalità. In Boemia e in Slesia vi erano aperti contrasti tra cechi e tedeschi, in Galizia tra polacchi e ruteni, mentre in tutta la Transleitania era forte il risentimento causato dalla predominanza magiara. I tentativi di compromesso, volti ad una miglior tutela dei gruppi nazionali sfavoriti e debolmente rappresentati, non sempre riuscirono ad avere la meglio innanzi alla resistenza opposta dalle altre nazionalità.

  • Bibliografia
    F. Gottas, Ungarn Im Zeithalter des Hochliberalismus, Verlag der Oesterreichischen Akademie der Wissenschaften, Wien, 1976; A.R.Kann, The Habsburg Empire, Octagon Books, New York, 1979; A. Sked, Grandezza e caduta dell’impero asburgico, Laterza, Roma-Bari, 1993
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