Dopo il 1866, lo spartiacque carnico venne a coincidere con il confine austro-italiano. Durante la Prima guerra mondiale questa parte del fronte correva dal monte Peralba a Montemaggiore e comprendeva le valli dell’alto Tagliamento, del Degano, del But e del Fella. Le cime maggiori erano Monte Coglians (m. 2780), Creta di Collinetta (m. 2188), Passo di Monte Croce Carnico (m. 1360), Pal Piccolo (m. 1886), Pal Grande (m. 1809) e Cuelat (m. 1757). Denominata Zona Carnia, vi erano dislocati da una parte 31 battaglioni italiani tra alpini, artiglieria, genio, bersaglieri e guardia di finanza, dall’altra Stanschützen tirolesi, Landesschützen e Landstürmer austriaci. A distinguersi furono soprattutto i Volontari alpini del Cadore, corpo formato nel 1912 da montanari cadorini e unico volontario, insieme a quello di Feltre, a rimanere attivo per tutto il periodo di guerra.
Costituente l’anello di congiunzione tra le armate italiane poste a sinistra (in Cadore e Trentino) e a destra (nella prealpi Giulie e sul Carso), il fronte era diviso in due settori: il Settore But-Degano, esteso dal Monte Peralba al Monte Cullar, e il Settore Fella, che arrivava a Montemaggiore. Il But-Degano era a sua volta tripartito nei Sottosettori Val Degano, Alto But e Val Chiarso. Gli austriaci concentrarono i loro sforzi offensivi verso il Passo di Monte Croce Carnico, compreso nel Sottosettore dell’Alto But, potenziale via d’accesso all’Italia e perciò scenario degli scontri maggiori tra i due eserciti.
Appena scoppiato il conflitto gli austro-ungarici espugnarono il Passo Volaia, strappato loro il 12 giugno dal battaglione alpino Val Stura, ma i tentativi italiani d’impossessarsi di Monte Peralba non ebbero successo. Creta di Collinetta, a sinistra di Passo Monte Croce, fu teatro nel giugno 1916 prima di un episodio d’insubordinazione, risoltosi in quattro fucilazioni e ventinove condanne tra i soldati della 109a compagnia del Monte Arvis, poi della riuscita presa della sua cima orientale da parte dal battaglione Val Pellice. La Cresta Verde, austriaca prima del conflitto, fu occupata il 21 giugno 1915 dal battaglione Tolmezzo, precedentemente impiegato nella guerra di Libia e durante la Grande guerra in Trentino e Carnia, dove si guadagnò una medaglia d’argento per le azioni su Pal Piccolo e Pal Grande. I due Pal, tra cui intercorrevano 2,5 km di linea d’aria, vennero aspramente contesi. Dopo essere passati momentaneamente all’Italia, fu l’interposto Cuelat, difeso dagli austriaci, a divenire un’ambita meta strategica. Continuamente perso e ripreso dai contendenti, cadde e rimase in mano italiana sino alla rotta di Caporetto. Il Pal Grande seguì la stessa sorte: attaccato nel marzo 1916, vide gli italiani alternarsi nel ruolo di aggrediti e aggressori fino al recupero delle sue trincee al termine di 36 ore di combattimenti e la perdita di 600 unità tra morti e feriti. La quota 1866 del Pal Piccolo fu invece conquistata dagli imperiali. Il 26 ottobre 1917 il Comando Supremo ingiunse al comando della Zona Carnia di ripiegare. Sganciatesi dall’avversario, le truppe marciarono in direzione del Piave e del Grappa.
L.G.M.