D’Adamo Agostino

D’Adamo Agostino

Nacque a Serracapriola (FG) il 23 agosto 1876 da Alberto e Mariannina Tondi. Dopo gli studi nella vicina San Severo, nel 1894 si trasferì a Roma per frequentare la facoltà di Giurisprudenza, dove si laureò nel 1898 con una tesi in scienza delle finanze e diritto finanziario. Vincitore di concorso, nell’aprile 1899 iniziò a lavorare per il ministero dell’Interno, prima alla sottoprefettura di San Severo, quindi alla prefettura dell’Aquila, per essere poi chiamato a Roma nel settembre 1901, divenendo in seguito caposezione presso la direzione generale dell’Amministrazione civile. Nel 1912 venne nominato capo di gabinetto di Alfredo Falcioni, sottosegretario all’Interno del governo Giolitti IV. Alla caduta di quel governo nel 1914, fu inviato come commissario prefettizio a Livorno (marzo-agosto 1914) e Firenze (agosto 1914-febbraio 1915), venendo nel frattempo promosso capodivisione.
Entrata in guerra l’Italia, D’Adamo fu posto a capo del Segretariato generale per gli Affari Civili presso il Comando supremo del R. esercito costituito a Udine il 29 maggio 1915. Tale organo assommava i poteri politici sia centrali che periferici nei territori occupati e nei comuni dichiarati zona di guerra, avvalendosi della collaborazione di molti fuorusciti di cittadinanza austriaca. Le competenze del Segretariato andavano dall’assistenza alle popolazioni all’amministrazione dei comuni, dall’organizzazione del sistema scolastico alla gestione economico-finanziaria, dal mantenimento dell’ordine pubblico all’amministrazione della giustizia. Il Segretariato fu sciolto nel luglio 1919: gli subentrò dal 4 agosto l’Ufficio centrale per le Nuove Provincie istituito da Nitti presso la presidenza del Consiglio del Ministri, di cui fu direttore Francesco Salata. Dal novembre 1918 il Segretariato aveva operato in collegamento con i governatorati militari della Venezia Giulia, della Venezia Tridentina e della Dalmazia, sostituiti nel luglio 1919, ad eccezione dell’ultimo, dai commissari generali civili Augusto Ciuffelli (da dicembre 1918 Antonio Mosconi) e Luigi Credaro. D’Adamo era stato nel frattempo promosso ispettore generale nel settembre 1915 e prefetto nel settembre 1917. Sciolto il Segretariato, nell’agosto 1919 D’Adamo divenne prefetto di Ancona, subito spostato a dicembre a Bologna. Qui la sua carriera ebbe un primo arresto: il 5 aprile 1920 a Decima di Persiceto la forza pubblica sparò su dei braccianti in sciopero uccidendone otto e ferendone quarantacinque: D’Adamo fu perciò trasferito a Venezia dove rimase fino all’ottobre 1923; sue sedi successive furono Napoli (ottobre 1923-gennaio 1925) e Torino (maggio 1925-dicembre 1926). Entrato in contrasto con il regime fascista, ebbe fino al 1932 incarichi saltuari di minore importanza, costretto per vivere a lavorare anche come avvocato, fino alla messa a riposo a soli 56 anni.
Dopo la Liberazione, il 3 maggio 1945 fu riammesso in servizio: fino al pensionamento nel febbraio 1946 fece parte della commissione per l’epurazione del personale del ministero dell’Interno. Dal luglio 1944 al giugno 1948 fu commissario per il teatro lirico di Roma e dal 1948 al 1952 commissario dell’Opera nazionale per gli orfani di guerra. Morì a Roma il 10 luglio 1958.

A.D.

  • Bibliografia
    R. Esercito, Comando supremo. Segretariato generale per gli Affari civili, La gestione dei servizi civili. Documenti, 22 voll., Treviso-Bologna-Padova 1915-1919; R. Esercito, Comando supremo. Segretariato generale per gli Affari civili, La gestione dei servizi civili. Relazione, 4 voll., Treviso-Bologna 1916-1919; A. Fava, D'Adamo, Agostino, in Dizionario bibliografico degli italiani, vol. 31 (1985).
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